Atmosfera più che informale per la visita di oggi di Papa Francesco all’Università di Roma Tre a Roma. Papa ha messo da parte il discorso ed è andato a braccio: “Prima un insulto e poi si chiede cosa e’ successo e perché . Cosi’ accade oggi”. Con queste parole Papa Francesco ha lanciato – nel suo discorso a braccio all’Università Roma Tre – un allarme contro la violenza verbale, che, ha detto, “nel mondo di oggi cresce cresce, e diventa una terza guerra mondiale, a pezzatti me c’e'”.
“Bisogna abbassare – ha esortato – un po’ il tono, e bisogna parlare meno e ascoltare di più. La violenza e’ un processo che ci fa anonimi, ci togli e il nome. E i nostri rapporti sono un po’ senza nome”. “Si perde – ha osservato – il senso della convivenza sociale che si fa col dialogo. E per dialogare, prima si deve ascoltare”.
Francesco poi ha chiesto che l’economia non sia “liquida”, che porti lavoro, che dia occupazione soprattutto ai giovani.
Il lungotevere è stato presidiato da auto della Polizia municipale e personale delle forze dell’ordine fin da questa mattina alle 8.
Jorge Mario Bergoglio è arrivato alle 10, accolto dal magnifico rettore del terzo ateneo statale della capitale, Mario Panizza, dal direttore generale, Pasquale Basilicata, e dalla prorettore vicario Maria Francesca Renzi. Tantissimi i ragazzi che lungo il tragitto hanno voluto salutarlo e lui ha ricambiato con sguardi e gesti. Decine i selfie.
Sono seguiti i discorsi introduttivi del rettore, e di quattro studenti che gli hanno posto altrettante domande. Tra queste anche una profuga siriana, Nour, che è arrivata da Lesbo l’estate scorsa, quando Francesco visitò l’isola.