Tendenza migrante per parlare di sostenibilità ambientale e solidarietà è uno degli spunti che fanno riflettere della nuova edizione di A.I. (Artisanal Intelligence) la rassegna di Altaroma in scena al Pratibus District che porta in campo le eccellenze artigianali del territorio.Il titolo scelto stavolta è infatti The shape of the water – sottotitolo reinvenzione, sostenibilità, trend migrante. In linea con la necessità di dare voce alla realtà, l’attenzione è posta non solo sui materiali di scarto, che vengono reinventati, ma anche sull’importanza di definire e diffondere lo stile migrante come tendenza di moda. La diversità è accolta come uno spunto di crescita, apertura delle proprie vedute, arricchimento personale.
Emblematico è il nome scelto per il progetto: A.I. Artisanal Intelligence – The Shape of the Water. L’acqua è intesa come elemento di trasformazione e metamorfosi. Nel suo continuo scorrere è simbolo di rinascita e purezza, nonché del legame tra uomo e pianeta, che rende evidente la necessità di vivere in modo responsabile. Il filo conduttore della reinvenzione ritorna nell’iniziativa che coinvolge i progetti, B&W Black & White la tendenza migrante”, Emersum Impact Lab ed infine Talking Hands – con le mani mi racconto”.
Il progetto “B&W Black & White la tendenza migrante”, l’iniziativa è in continuità con il lavoro già iniziato al museo Macro di Roma, curato da Nation25, una piattaforma partecipativa fondata nel 2015 da Elena Abbiatici, Sara Alberani e Caterina Pecchioli. Il progetto nasce con l’intenzione di dar voce, attraverso iniziative artistiche, al popolo migrante, con l’obiettivo di trattare i temi migratori come un’opportunità ed uno spunto di crescita ed arricchimento personale. Parte fondamentale dello studio è l’osservazione del modo di vestire creativo ed unico del popolo migrante. Uno stile che pur trovando ogni volta declinazioni personali ed individuali, ha delle costanti capaci di raccontare la storia del mondo, dei suoi scambi commerciali, delle potenze coloniali e mediatiche, dei suoi miti.
Questa tendenza unisce elementi di mondi diversi raccontando da dove si viene e dove stiamo andando, la tradizione e i nuovi ideali. Oltre a concentrarsi sul riutilizzo di materiali scartati l’iniziativa attribuisce grande importanza al concetto d’espressione dell’identità attraverso l’affermazione e la rivendicazione del proprio stile. Il tema della sostenibilità ritorna con Emersum Impact Lab, che apre la visione di un “futuro sostenibile”, presentando un progetto non solo estremamente attuale, ma decisamente determinante per quanto riguarda il percorso di salvaguardia ambientale. Biscontini, fondatore di Emersum illustra l’invenzione della propria app, piattaforma che permette attraverso l’analisi dei tessuti o dell’etichetta di un indumento, d’analizzare come poter intervenire al fine di limitare l’impatto ambientale durante la realizzazione di un capo.
Il pubblico potrà conoscere e scoprire da vicino materiali sperimentali, oltre a nuovi metodi di realizzazione di un prodotto, come i processi di trasformazione da una bottiglia di plastica al filo di tessuto. Talking Hands – con le mani mi racconto è un progetto che mira a creare un percorso d’integrazione rivolto a tutti coloro che richiedono asilo ed ai rifugiati. L’idea dell’iniziativa è quella di coniugare l’attività progettuale (propedeutica all’inserimento lavorativo ma anche all’espressività artistica) con il racconto della propria storia, del paese d’origine, del viaggio e delle proprie aspirazioni. La collezione “Mixitè” combina le stoffe wax con materiali preziosi del Lanificio Paoletti per capi destrutturati e contemporanei. Oltre a presentare la collezione, Talking Hands esporrà anche gli arazzi dei due artisti greci Ioannis Kaliopoulos e Paola Palavidi, realizzati durante una residenza nei laboratori della settecentesca sede della manifattura Paoletti. (Patrizia Vacalebri per Ansa)