Domenica 1 marzo, circa 160 mila romani saranno chiamati alle urne per le elezioni suppletive che si svolgeranno nel Collegio Roma 1 per la Camera dei deputati. La consultazione si e’ resa necessaria dopo le dimissioni dell’ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che qui era stato eletto nel marzo del 2018 ma che qualche mese fa ha rinunciato al seggio essendo diventato commissario europeo.
I candidati per lo scranno di Montecitorio resosi vacante sono sette: Roberto Gualtieri (Pd), ministro dell’Economia nel governo Contebis, sostenuto dall’intero centrosinistra, Maurizio Leo (FdI), appoggiato dal centrodestra, Rossella Rendina (M5S), Mario Adinolfi (Popolo della famiglia), Luca Maria Lo Muzio Lezza (Volt Italia), Elisabetta Canitano (Potere al popolo) e Marco Rizzo (Partito comunista).
Stando ai risultati di due anni fa, Gualtieri non dovrebbe avere problemi per l’elezione. Gentiloni, infatti, approdo’ alla Camera con una netta vittoria. Prese il 42,05 per cento dei voti pur non avendo nella coalizione che lo sosteneva LeU, il cui candidato ottenne il 5,8%.
Ora il partito di Pierluigi Bersani e Roberto Speranza fa parte delle forze che si riconoscono nel superministro, che quindi ha una solidissima base di partenza del 47,23% dei voti.
Il forte calo dei cinquestelle ( che gia’ nel 2018 arrivarono terzimnel collegio) fa si’ che l’unico sfidante che potrebbe dare qualche fastidio a Gualtieri sia Leo, che come il ministro puo’ vantare una solida preparazione economica e fiscale. La sua appare un’impresa disperata, ma il voto di questi ultimi anni appare libero da vincoli ideologici e cambia da consultazione a consultazione.
Il rappresentante del centrodestra, che e’ stato pure assessore nella giunta di Gianni Alemanno, confida in un voto che punisca la politica economica del governo sbarrando la strada che porta a Montecitorio almtitolare del Ministero di via XX Settembre.
I romani chiamati alle urne sono quelli dei rioni Monti, Trevi,Colonna, Campo Marzio, Ponte, Parione, Regola, Sant’Eustachio, Pigna, Campitelli, Sant’Angelo, Ripa, Borgo, Esquilino, Ludovisi,Sallustiano, Castro Pretorio, Celio, San Saba, Testaccio, Trastevere e Prati e dei quartieri Trionfale, Flaminio e Della Vittoria.
Sulla consultazione di domenica pesa l’incognita astensionismo.
Due anni fa voto’ il 73,77 per cento degli aventi diritto. Questa volta, molto probabilmente, si stentera’ ad arrivare al 50% perche’ a far disertare le urne c’e’ anche la paura del “coronavirus”.
Ed il precedente napoletano di domenica 23 febbraio, dove si e’ votato per un seggio al Senato, non e’ proprio incoraggiante. All’ombra del Vesuvio ha infatti espresso il proprio voto solo il 9,52% degli elettori.