La Geo Barents ha raggiunto il barcone con circa 500 persone a bordo segnalato ieri da Alarm Phone. L’imbarcazione sovraccarica e a rischio a causa delle cattive condizioni meteo con raffiche di vento di oltre 40 nodi e onde alte si trova in zona Sar Maltese e le autorità de La Valletta hanno assunto il coordinamento delle operazioni. “Dalle ore 4 di questa mattina, l’imbarcazione in pericolo è visibile dal ponte della Geo Barents”, spiegano da Msf. La nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, però, non ha effettuato ancora il soccorso. “A causa delle condizioni meteo avverse, in questo momento non è possibile effettuare il soccorso senza compromettere la sicurezza dei superstiti, nonché quella dei soccorritori e soccorritrici di Msf”, spiegano dall’ong. Durante la notte a ‘ombreggiare’ l’imbarcazione sono giunti anche due mercantili. “Chiediamo alle autorità di mobilitare sufficienti risorse di soccorso senza ulteriori indugi”, chiede Alarm Phone, in contatto con i naufraghi. “Abbiamo consigliato loro di mantenere la calma perché qualsiasi salvataggio a causa del maltempo richiede tempo”.
E’ intanto arrivata nel porto di Salerno l’Ocean Viking. A bordo della nave di Sos Mediterranee ci sono 92 naufraghi, tra cui 9 donne e circa 40 minori non accompagnati. Sono stati soccorsi lo scorso mercoledì su un gommone sgonfio in acque internazionali al largo della Libia. “Sono esausti e alcuni presentano ustioni da carburante”, aveva spiegato l’ong. Subito dopo il soccorso alla nave umanitaria era stato assegnato Salerno come porto sicuro di sbarco, a 880 chilometri di distanza dall’area delle operazioni.
Una traversata resa difficoltosa dalle cattive condizioni meteomarine. “I sopravvissuti stanno cercando di riprendersi sul ponte, tra venti forti e pioggia”, spiegano i soccorritori. Tra loro c’è Amadou, 17 anni, uno dei tanti minori che hanno affrontato il viaggio da soli. “Sono arrivato in Libia a 12 anni dopo che i miei genitori hanno divorziato – ha raccontato al team di Ocean Viking -. Non c’è posto per me a casa in Guinea Conakry”. Per quattro volte Amadou ha tentato di raggiungere l’Italia e per tre volte è stato catturato e riportato nei centri di detenzione.