Il calendario delle celebrazioni liturgiche ancora non è uscito, ma in Vaticano si comincia a pensare che cosa succederà a Pasqua, considerato che ormai manca meno di un mese. Chi celebrerà le messe e i riti della Settimana Santa, che costituiscono il centro della Cristianità? E’ realistico pensare che per quella data Papa Francesco sia dimesso dall’ospedale Gemelli e possa presenziare ad almeno una parte delle celebrazioni? Difficile, e infatti si sta studiando una soluzione alternativa.
I riti di Pasqua senza Francesco?
Come è successo per i Giubilei che si sono finora svolti, vedi quello dei militari o dei volontari, i riti della Settimana Santa potrebbero essere svolti da una serie di cardinali di Curia, scelti dal Papa tra coloro a lui più vicini. L’impressione che si vuole dare è di una Chiesa unita proprio attorno alla figura di Francesco. Ecco perché per il messaggio Urbi et Orbi, la via Crucis al Colosseo, o la Lavanda dei Piedi l’ufficio delle celebrazioni liturgiche potrebbe presto diffondere la lista dei nomi dei ‘prescelti’, che potrebbe includere i cardinali Cznery, Parolin, Gambetti, Reina.
Ad aprile tre Giubilei
Insomma, in Vaticano ci si continua a interrogare sulla reale capacità di Papa Francesco di reggere la sede apostolica, nelle attuali condizioni di salute. E questo anche perché, una volta uscito dal Gemelli, il pontefice continuerà ad essere un soggetto fragile. Ma non c’è solo Pasqua, il calendario degli eventi giubilari con la primavera si faranno sempre più serrate. Già il 5-6 aprile ci sarà il Giubileo dei malati e della sanità, con almeno 50-60 mila persone che si riuniranno a San Pietro, il 25-27 aprile il Giubileo degli adolescenti, e il 28-29 aprile il Giubileo del mondo della disabilità.
Niente dimissioni ma la Chiesa cattolica chi la governa?
Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha già detto che Papa Francesco non pensa a dimettersi, seguendo così l’esempio di Benedetto XVI. Anche il diradamento dei bollettini medici dall’ospedale Gemelli è un chiaro segnale che per il Vaticano bisogna allentare la tensione, dopo più di un mese dal ricovero. Rimane inalterato il problema di come gestire questa che nei fatti è una fase di transizione, durante la quale il Papa è in parte impedito nel gestire la propria missione di pastore e di capo di governo.