Torna in piazza la Cgil venerdì 12 gennaio in occasione dello sciopero generale di 24 ore proclamato dal sindacato, su base nazionale, in tutti i settori per protestare contro le misure previste nella legge di bilancio. A Roma sono previste alcune eccezioni: non si fermerà il trasporto pubblico locale esercito da Atac, poiché l’azienda è stata coinvolta già martedì 9 dicembre in uno sciopero generale convocato da un altro sindacato. Inoltre è prevista una manifestazione con corteo, che partirà alle 9:00 da piazza Vittorio e raggiungerà un’area limitrofa alla Torre dei Conti, dove poco più di un mese fa è morto l’operaio Octav Stroici, mentre lavorava nel cantiere finanziato con fondi del Pnrr. Sul palco interverrà uno dei colleghi feriti di Stroici e sopravvissuto all’incidente. “La scelta è tutt’altro che casuale perché vogliamo continuare a tenere accesi i riflettori sulle vittime del lavoro affinché cessi la strage sui luoghi di lavoro e affinché la chiusura dei cantieri delle opere pubbliche non si trasformi in una corsa sulla pelle di chi lavora”, ha spiegato il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola, in una intervista ad “Agenzia Nova” ricordando che tra i temi della protesta c’è la richiesta al governo di una inversione di rotta in materia di sicurezza sul lavoro.
“Sulla sicurezza – ha detto Di Cola – il governo ha deciso da tempo di non stare dalla parte delle lavoratrici, dei lavoratori e delle imprese serie e la legge di bilancio ne è solo l’ennesima conferma e l’apice di questa deriva è la volontà di chiudere l’Ispettorato nazionale del lavoro, anziché potenziarlo, per non parlare delle scelte sbagliate sugli appalti, sul subappalto a cascata e dell’ultimo provvedimento governativo per introdurre lo scudo penale per proteggere i grandi marchi della moda dalle accuse di sfruttamento e caporalato”.
Il sindacato venerdì protesta “per cambiare una legge di bilancio sbagliata” e chiede al governo diversi correttivi che guardano all’occupazione, ai redditi da lavoro e da pensione, al servizio sanitario pubblico. Sull’occupazione “continuano a mancare politiche di sviluppo e investimenti sul settore industriale per creare occupazione stabile e di qualità – ha precisato Di Cola -. Le varie forme di decontribuzione che si continuano a finanziare per incentivare le assunzioni producono effetti blandi e temporanei”.
Sulle pensioni, invece, secondo il segretario romano della Cgil: “L’attuale maggioranza di governo si è presentata promettendo di cancellare la legge Fornero ma è riuscita nella strabiliante impresa di peggiorarla, eliminando anche ogni forma di flessibilità di uscita. Il diritto alla pensione – ha osservato DI Cola – è stato trasformato in un privilegio per pochi: chi ha svolto lavori poveri, precari e pesanti viene pesantemente penalizzato dall’attuale sistema basato sull’idea che tutti vivano e lavorino nelle stesse condizioni” e “sulle pensioni attuali non va meglio: nel Lazio più di un pensionato su 10 vive con un assegno inferiore ai 500 euro ma la rivalutazione del trattamento minimo prevista dal governo è di soli 3 euro”.
Per quanto riguarda la sanità, infine: “La manovra – ha sottolineato Di Cola -stanzia poche risorse per il servizio sanitario nazionale. Il governo ha deciso di depotenziare un servizio pubblico fondamentale e a farne le spese sono le persone, chi può si rivolge ai privati e nell’ultimo biennio le famiglie hanno dovuto sborsare 40 miliardi di euro per curarsi e chi non è in grado rinuncia a curarsi, un destino comune a quasi 5 milioni di persone nel nostro Paese. Inoltre peggiorano anche le condizioni di lavoro nel settore sanitario, tra l’assenza di un grande piano di assunzioni e stabilizzazioni e la svalutazione del lavoro pubblico”.
Per questi motivi la proposta della Cgil al governo è di “una vera riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro e da pensione, e una riforma per un fisco giusto e progressivo affinché si prendano i soldi laddove sono” mentre agli enti locali, Comune di Roma e Regione Lazio, la richiesta è quella di intervenire sul fisco attraverso gli strumenti a loro disposizione: “I due enti – ha concluso il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola – hanno vissuto una lunga stagione caratterizzata da debiti monstre che hanno impedito di fare tante scelte e hanno reso le cittadine e i cittadini del Lazio i più tartassati d’Italia. Ora che questa stagione è alle spalle, per noi è tempo di dare risposte sulle politiche fiscali cancellando le maggiorazioni delle addizionali Irpef comunali e regionali, introdotte per sanare quei debiti, di potenziare le macchine amministrative e i servizi pubblici. Tra le nostre priorità c’è l’aumento del salario accessorio, l’attuazione del protocollo comunale sugli appalti, l’aumento delle risorse sul sociale per abbattere le liste di attesa e il blocco delle tariffe”.