Sono trascorsi 11 anni dal debutto della fortunata rassegna nata sotto la direzione artistica di Francesca Vitale e la direzione organizzativa di Renato Lombardo. Molti dei giovani talentuosi ma sconosciuti artisti, che debuttavano nelle prime edizioni di Palco OFF a “La Cartiera”, hanno ricevuto Premi UBU e sono entrati nei circuiti ufficiali grazie alla loro abilità consolidata negli anni. “In questo decennio Palco OFF ha mantenuto un’intatta coerenza, un orientamento mai interrotto, originale e unico, nel presentare al pubblico proposte di teatro veramente OFF, ovvero fuori dai circuiti tradizionali, spesso nati dalla ricerca minuziosa di talenti in giro per i teatri, ma anche per luoghi non convenzionali e Festival esteri”. Il legame di recente acquisito con i Fringe Festival, sorti uno a Milano 5 anni fa e l’altro a Catania nel 2022 (si è appena conclusa la seconda edizione), “ha arricchito il vivaio di proposte e quest’anno una buona parte degli spettacoli provengono dai Fringe della passata edizione”. “Ed ecco, in breve, una panoramica sulle proposte della stagione 2023-24 – si legge in una nota – Si comincia con “Itinerdante” (da oggi al 19 novembre al Cut), con Eugenio Fraia e le musiche dal vivo di Angelo Marrone, indiscusso vincitore del Milano Fringe Festival della scorsa stagione. Una proposta contemporanea e vivace dei canti più celebri del Poeta, finalmente vicina, proprio per le modalità espressive dello spettacolo, alle giovani generazioni”.
Si prosegue con due produzioni di stampo “leggero”. La prima è “Happy Days” (2 e 3 dicembre al Piccolo Teatro), di e con Stefano Santomauro: l’attore livornese, munito di statistiche italiane ed estere, si cimenta in un brillante excursus sulla felicità. La seconda, “Seconda solo ad Elizabeth Taylor” (16 e 17 dicembre al Piccolo Teatro), di e con Alberto Viscardi, è l’esilarante, divertente racconto della vita di un curioso e ilare ragazzo di una famiglia borghese e del rapporto con una presunta omosessualità su cui incombe la regnante ombra della madre.
Si prosegue con “Dio non parla svedese” (20 e 21 gennaio, ZO) una proposta di teatro contemporaneo, una storia difficile su una situazione difficile, un ragazzo colpito da una patologia dispercettiva che lo porta ad un’indole aggressiva e trasgressiva. Una prova di bravura del giovanissimo Diego Frisina. Ritorna, poi, Claudio Zappalà con la compagnia Barbe a Papà, già “adottata” dal pubblico catanese per due spettacoli sui percorsi delle giovani generazioni, “il coro di Babele” (presentato con successo al Festival di Avignone) e “Mi ricordo”. Lo spettacolo che chiude la fortunata trilogia è “L’arte della resistenza” (17 e 18 febbraio, ZO). Si continua con la presenza del beniamino Matthias Martelli, che ogni anno prevale nei sondaggi di Palco OFF sul gradimento del pubblico. Anche lui si affianca al Divino Poeta con “Dante tra le fiamme e le stelle” (9 e 10 marzo, ZO), stavolta con un progetto sull’uomo Dante e sul suo percorso di vita. “La città senza nome” (13 e 14 aprile, ZO) è ancora una favola, una sorta di donchisciottesco cammino verso una meta forse solo sognata, un brillante percorso di Lucas Joaquim da Tos e Matteo Compagnol. La stagione chiude con la produzione annuale de “La Memoria del Teatro”, uno spettacolo a cura di Francesca Vitale, “Testimoni oltre il buio, voce ai diritti umani” (18 e 19 maggio, Piccolo Teatro). Tratto dalle interviste di Kerry Kennedy a premi Nobel, si passano in rassegna una serie di ingiustizie che affliggono il globo e la mirabile azione di uomini e donne che si sono battuti per renderlo migliore.