Funerali Augello, il ricordo di Meloni commuove

La moglie Roberta Angelilli: "Se oggi fosse qui sarebbe felice"

Si commuove e commuove la premier Giorgia Meloni ai funerali del senatore di Fdi Andrea Augello, che ha voluto che fosse proprio lei, insieme all‘’avversario’ politico di una vita, Goffredo Bettini, a ricordarlo nel giorno del suo funerale. “Non è una cosa facile quella che Andrea ha voluto facessi – ha esordito Meloni nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli – Non solo perché gli volevo sinceramente bene, ma perché è difficile parlare al funerale di una persona che viveva come una responsabilità il suo essere al mondo. Ecco, credo che questa è la cosa che più ha sofferto. Non il dolore, non la malattia ma il senso di responsabilità verso le persone che amava e per le quali era un punto di riferimento. Quel che non sopportava, era di non poter fisicamente camminare a testa alta e combattere in prima linea, come ha sempre fatto. Era un uomo coraggioso, spavaldo… Di quella spavalderia guascona che riesce a strapparti un sorriso anche da avversario. E averlo avversario non era una buona notizia”, anche se, pur giocando dall’altra parte del campo, “era capace di un’umanità straordinaria, di quell’ironia che appartiene solo alle persone intelligenti. Sapeva ridere e far ridere di tutto. Ricordo quando venne a dirmi del suo male, pensavo dovesse dirmi qualcosa sul prossimo appuntamento elettorale e io gli dissi: ‘dimmi Andrea, ho solo 20 minuti. Lui mi guarda e senza muovere un muscolo mi dice ‘sto morendo’. Mi dice quel che sta succedendo e io non riesco a dire niente. Allora lui mi dice: ‘dai, Giorgia, non fare così, pensa a me che devo dirti che devo morire in 20 minuti…’”, ricorda Meloni in lacrime, strappando un sorriso commosso della Chiesa gremita di persone e autorità.

La premier prosegue visibilmente commossa, come lo stesso Bettini che ha preso la parola subito prima di lei. Si sofferma ancora sull’ironia di Augello, uno dei suoi tratti distintivi. “In questi due anni di malattia – ricorda ancora – lo invitarono a consultare la psicologa del reparto, lui rispose: ‘se vuole ci parlo, ma non penso di avere le competenze necessarie ad aiutare questa signora’. Andrea era così, ma è stata questa sicurezza così ferma a renderlo un punto di riferimento per tutti. Sapevi di poterci contare, io conservo ancora i messaggi di qualche giorno fa pieni di consigli, di spunti, di intuizioni”.

Meloni ricorda la preoccupazione del senatore di Fdi per “la sua famiglia e soprattutto le sue figlie, la cosa che in assoluto amava di più. Viveva la malattia come un tradimento nei loro confronti, ma io penso fermamente che mai chi ha avuto un padre così potrà considerarlo un traditore”. La premier ricorda il suo ultimo intervento pubblico, in cui, ricordando gli anni di dura lotta politica, Augello ha parlato di questi come degli “anni del nostro riscatto. Quando arriveranno gli anni difficili ricordiamoci di questo riscatto”, dice Meloni citando Augello, “un testamento alla nostra schiena dritta. Io non dirò cose patetiche, perché Andrea non lo avrebbe sopportato. Oggi abbiamo davanti progetti che Andrea non ha potuto realizzare e che forse sono a portata, ad Andrea dico che ci saremo come ci sei stato tu, e noi useremo le stesse parole che hai usato per Tony (il fratello del senatore venuto a mancare diversi anni fa, ndr): c’era una volta mio fratello”, conclude Meloni sollevando un caldo e lunghissimo applauso dei presenti.

LA MOGLIE ROBERTA: “SE OGGI FOSSE QUI SAREBBE FELICE” – “Voglio ringraziarvi per la straordinaria partecipazione, per l’affetto, la commozione, l’amore e la vicinanza di oggi e di questi giorni. Andrea era un uomo sobrio e essenziale, non amava la retorica, le ritualità, però oggi sono sicura che se fosse qui sarebbe, anzi lui oggi è felice”. Così Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione Lazio, ha ringraziato i presenti al funerale del marito.

Nel ricordarlo, Angelilli – prima di lasciare la parola a Goffredo Bettini e Giorgia Meloni – ha usato 3 parole “che Andrea, un paio di mesi fa, prima di un’importante manifestazione politica, mi disse di usare per un intervento pubblico: forza, coraggio e onore. Forza, dunque. Perché per fare grandi cose bisogna avere forza, forza delle idee e dei valori, forza delle grandi visioni. Il coraggio di gettare sempre il cuore oltre l’ostacolo, di chi ci crede sempre e comunque, ci mette sempre fede e determinazione. E poi onore, che è sincerità e integrità, lealtà e rispetto. Queste tre parole io oggi ve le consegno. Andrea è stato un grande uomo, un combattente, e in questi quasi due anni di malattia è stato un esempio. Andrea rimarrà per sempre”.

IL RICORDO DI BETTINI – Bettini ha ricordato Augello come “un dirigente forte, che ha sempre lottato per le sue idee”, con il quale “abbiamo incrociato spade e cuori. Ora, riposte le spade, è rimasto solo il mio affetto vivo e la mancanza di un’amicizia autentica”, ha detto Bettini visibilmente commosso. “Siamo stati avversari e amici”, nel segno di una “lealtà che non è mai venuta meno. Io oggi parlo di amicizia, perché gli amici si appartengono e si attraversano, Andrea è stato un combattente, energico e intransigente. Ci siamo misurati, in lui mai è venuta meno la voglia di vincere. Io ero a sud, lui a est”, ma tra i due, ha raccontato Bettini, c’era “un patto di lealtà che mai è venuto meno”.

“Con Andrea abbiamo condiviso tutto, politica famiglia, figli, abbiamo parlato tanto di filosofia e poesia. L’ultima volta mi ha parlato della sua malattia, come di un segreto, ma con un distacco quasi disincantato”. E’ andato avanti senza mai rinunciare al “fare, che è onorare la vita mentre essa scorre”. Nonostante l’incedere del male “Giorgia Meloni lo ha voluto al Senato, segno di sensibilità ma anche di stima”. Dunque Bettini ha concluso con un ricordo dell’ultimo incontro, “in una bella giornata di sole, con un caffè al tavolino, al termine del quale mi strinse con affetto”.

Alle esequie erano presenti molti membri del governo – tra questi i sottosegretari alla presidenza Alfredo Mantovano e Giovan Battista Fazzolari – nonché il presidente del Senato Ignazio La Russa, volti noti della destra italiana ma anche deputati e senatori dell’intero arco parlamentare. A portare un ultimo saluto al senatore di Fdi si è affacciato nella celebre chiesa a due passi dai Fori Imperiali anche il numero uno del Coni, Giovanni Malagò.

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