Gaza, duri combattimenti nella Striscia. Media: “Accerchiata casa leader Hamas Sinwar”

Raid aerei hanno colpito circa 250 obiettivi nel territorio dell'enclave palestinese. sraele revoca il visto a coordinatore umanitario delle Nazioni Unite, Lynn Hastings: "Non ha condannato il massacro di Hamas"

Continuano i “duri combattimenti” delle forze israeliane (Idf) con Hamas nella Striscia Gaza. Nelle ultime 24 ore, hanno confermato le Idf, raid aerei hanno colpito circa 250 obiettivi nel territorio dell’enclave palestinese che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas.

Nel sud della Striscia i militari hanno accerchiato con i carri armati la casa del leader di Hamas Yahya Sinwar a Khan Yunis, noto anche come ”il macellaio di Khan Yunis”, e considerato la mente degli attacchi sferrati da Hamas lo scorso 7 ottobre contro Israele.

Proprio a Khan Yunis, le autorità israeliane hanno emesso un ordine di ”evacuazione immediata” per gli sfollati che si trovano nei rifugi e nelle scuole a est della città, chiedendo loro di spostarsi a ovest. Il Cogat, il dipartimento israeliano per il Coordinamento delle attività governative nei Territori palestinesi, ha spiegato che l’esercito israeliano sta operando ”con estrema forza” contro Hamas. E per questo i civili dovrebbero spostarsi lungo al-Quds Street verso i rifugi a ovest di Khan Younis e nell’area dell’ospedale Nasser.

Nel corso dei combattimenti delle ultime ore, “le truppe delle Idf continuano a individuare armi, cunicoli sotterranei, esplosivi e infrastrutture militari – afferma l’esercito israeliano – Le forze di terra delle Idf hanno diretto un caccia delle Idf per un attacco contro due lanciarazzi da cui i terroristi hanno lanciato ieri una raffica di razzi contro il centro di Israele”. Eliminati, aggiungono i militari, combattenti di Hamas e della Jihad Islamica palestinese e distrutte “varie infrastrutture terroristiche”. Attaccata inoltre una “cellula terroristica” nei pressi di una scuola nel nord della Striscia di Gaza, dove è stato poi fatto saltare un tunnel. Secondo le Idf, armi e munizioni sono state trovate in un’altra scuola nel nord dell’enclave palestinese.

Funzionari Israele, può volerci un mese per nuova tregua e rilascio ostaggi

Potrebbe passare un mese prima che si possa aprire una finestra per una nuova tregua nella guerra tra Israele e Hamas, con il conseguente rilascio di altri ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza. Lo afferma la Radio dell’esercito israeliano citando funzionari della sicurezza a condizione di anonimato, secondo i quali ci vorrà un mese per esercitare la pressione militare su Hamas necessaria a convincere i miliziani a un cessate il fuoco temporaneo. Le operazioni militari israeliane dovrebbero continuare sia a nord, sia a sud della Striscia di Gaza per riuscire a esercitare la pressione necessaria, spiegano le fonti. In base all’accordo mediato da Qatar ed Egitto, scaduto venerdì, 105 civili in ostaggio di Hamas sono stati rilasciati da Gaza: 81 israeliani, 23 cittadini thailandesi e un filippino. In precedenza, quattro ostaggi erano stati rilasciati e uno era stato salvato, mentre tre corpi erano stati recuperati. Le autorità israeliane ritengono che a Gaza rimangano 138 ostaggi, tra cui circa 20 donne e due bambini piccoli.

Israele contro l’Onu

Israele ha intanto revocato il visto al coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi, Lynn Hastings, accusata di non essere imparziale. “Non resteremo più in silenzio di fronte ai pregiudizi dell’Onu! Ho deciso di revocare il visto al coordinatore ‘umanitario’ delle Nazioni Unite, Lynn Hastings“, ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen.

Hastings, che è anche vice coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente, è accusata di non aver condannato Hamas per il “massacro brutale di 1.200 israeliani” del 7 ottobre in Israele, “per il rapimento di bambini e anziani”, per gli “abusi” e le “violenze” e “per usare i gli abitanti di Gaza come scudi umani”. Cohen ha contestato Hastings anche per aver “invece condannato Israele, un Paese democratico che protegge i suoi cittadini”. “Non può prestare servizio nell’Onu e non può entrare in Israele”, ha incalzato.

Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell’Onu, ha precisato che la revoca del visto risale alla scorsa settimana, riporta la Cnn. “Posso solo ribadire la piena fiducia del segretario generale in Hastings – ha detto – nel modo in cui si è comportata e ha svolto il suo lavoro”.

Msf: stiamo finendo forniture mediche essenziali all’ospedale di Al-Aqsa a Gaza

La disponibilità di carburante e forniture mediche ha raggiunto livelli critici all’ospedale di Al-Aqsa, nell’area di mezzo della Striscia di Gaza, a causa della chiusura delle strade, mentre centinaia di pazienti hanno bisogno di cure d’emergenza a causa degli incessanti bombardamenti israeliani”, denuncia in un comunicato Medici Senza Frontiere (Msf), precisando che l’ospedale di Al-Aqsa, dove lavora e vive lo staff palestinese e internazionale di Medici Senza Frontiere, dal primo dicembre riceve in media 150-200 pazienti feriti di guerra al giorno.

“I pazienti ricoverati sono 700 e ne arrivano sempre di nuovi. Stiamo esaurendo le forniture essenziali per curarli – afferma Marie-Aure Perreaut Revial, coordinatrice delle emergenze di Msf a Gaza – La carenza di medicinali e di carburante potrebbe impedire all’ospedale di fornire interventi chirurgici salvavita o cure intensive. Senza elettricità i ventilatori non funzionerebbero più, le donazioni di sangue sarebbero interrotte e la sterilizzazione degli strumenti chirurgici sarebbe impossibile. E’ fondamentale facilitare la fornitura di materiale umanitario. L’ospedale ha urgente bisogno di set chirurgici, fissatori esterni per fratture e farmaci essenziali, compresi quelli per le malattie croniche”.

Sconti in Cisgiordania

Due palestinesi sono morti e altri 11 sono rimasti feriti in scontri con le forze israeliane che si sarebbero registrati nelle ultime ore nel campo profughi di Al-Faraa e a Tamun, nel nord della Cisgiordania. Lo riferisce l’agenzia palestinese Wafa, che cita fonti mediche secondo cui le vittime avevano 18 e 16 anni.

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