Moretti in sala per Tre piani, il mio no alle piattaforme

In cinema essai a Roma. Pandemia ha riportato al centro comunità

(ANSA) – ROMA, 03 GEN – “Siccome quando scrivo, giro un film, lo produco e lo recito penso al cinema e alla sala come luogo per vedere il mio lavoro, ho aspettato un bel po’ che i cinema riaprissero”. Nanni Moretti ha ribadito così la sua posizione sul momento difficile attraversato dal mondo del cinema a causa degli impedimenti legati all’emergenza Covid parlando a Roma prima della proiezione del suo ‘Tre piani’ nella sala d’essai Delle Provincie. “Non ho fatto come quei produttori che hanno venduto i loro film alle piattaforme”, ha detto il regista aggiungendo ironicamente di “non giudicare chi ha agito diversamente” da lui. “Il libro da cui sono tratti la sceneggiatura e il film – ha osservato – parlano della nostra tendenza a condurre vite isolate, a fare a meno di una comunità che pensavamo non esistesse più. Ecco, la pandemia è come se avesse smascherato questa bugia. Il concetto di comunità è tornato alla ribalta. Dobbiamo affrontare e uscire tutti insieme da questo periodo così cruciale”. Descrivendo il suo primo film nato da un soggetto non suo, Moretti ha spiegato che il lavoro di sceneggiatura ha puntato a intrecciare le tre storie di colpe, ossessioni e dolore dei protagonisti che nel libro dell’ israeliano Eshkol Nevo erano racconti separati. “I personaggi femminili hanno un modo diverso di affrontare i conflitti. Gli uomini sono fermi, inchiodati alle loro convinzioni, alle loro paure e al senso assoluto di giustizia, convinti ostinatamente di stare dalla parte della ragione. I personaggi femminili cercano di ricucire e sciogliere i conflitti, di lasciare spazio all’ altro, un cambio di prospettiva non solo nella vita privata ma anche in quella pubblica”. (ANSA).
   

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