8 settembre 1943, le celebrazioni con Mattarella a Roma

8 settembre '43 con l'armistizio di Cassibile il maresciallo Badoglio firma la "resa incondizionata" dell'Italia. Avanzano gli americani ma i nazisti, ormai, nemici fanno strage della Penisola. Inizia la guerra civile e i responsabili del Governo fuggono in massa

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, questa mattina a Porta San Paolo e successivamente al “Parco della Resistenza”, a Roma, ha deposto due corone di fiori in occasione dell’80mo anniversario dell’8 settembre 1943, che fu uno dei giorni più bui della nostra storia. Alla cerimonia erano presenti il ministro della Difesa Guido Crosetto, il capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

L’8 settembre è una data che ricorda quando il maresciallo Pietro Badoglio, primo ministro del Regno d’Italia, annunciò tramite la radio l’entrata in vigore dell’armistizio/”resa incondizionata” firmato con gli Alleati.

L’armistizio pose fine all’alleanza tra l’Italia e la Germania nazista, che diventando una nazione ostile, reagì occupando militarmente l’Italia centro-settentrionale. L’occupazione nazista si protrasse poi fino alla Liberazione, avvenuta il 25 aprile 1945, anche se la liberazione della Capitale avvenne il 4 giugno 1944.

Il Presidente della Repubblica, sottolineando l’importanza della battaglia di Porta S. Paolo ha ricordato che “L’8 settembre 1943 fu l’ora del riscatto. Dei militari italiani che si batterono, a Porta San Paolo, a Roma, così come nelle isole del Mediterraneo, nei Balcani, pagando a caro prezzo la loro fedeltà alla Patria. Dei cittadini che avevano da tempo abbandonato ogni fiducia nei confronti degli stentorei e vacui proclami della dittatura di Mussolini. Si fece strada, nel Paese, la coscienza di un nuovo inizio”, così Mattarella, che riferendosi poi alla Resistenza Italiana ha dichiarato che “La lotta di Liberazione, poi la Repubblica e la Costituzione, corroborano la riconquistata unità nazionale, la libertà e la piena partecipazione democratica, con il voto finalmente riconosciuto alle donne. Dopo la contraffazione operata dal fascismo, si comprese come il valore della Patria, non si esaurisce nella aspirazione a una storia comune ma come rilevi la capacità di costruire il futuro del nostro popolo, di una comunità responsabile, espressione autentica dei valori dei cittadini del nostro Paese”.

 

 

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