A Milano il virus fa di nuovo paura, si valutano altre restrizioni

L’indice Rt è tornato ai livelli di marzo (2,08): significa che ogni malato oggi contagia altre due persone

Torna a far paura la circolazione del coronavirus a Milano. L’indice Rt è infatti arrivato a 2,08, che tradotto vuol dire che ogni malato oggi contagia altre due persone. E questo lo si capisce anche dai numeri. Con i 1.053 nuovi casi Covid di ieri, di cui 515 in città, il virus continua la corsa sulla capitale della Lombardia, dove si concentra il 55% dei contagi della Lombardia. Comune e Regione tra poche ore si incontreranno per elaborare la strategia difensiva più idonea.

Il Comune di Milano sta intanto ragionando se aumentare i giorni di lavoro da casa previsti per i suoi dipendenti, al momento fissati in 6 al mese. Lo ha fatto sapere il sindaco Giuseppe Sala, al termine dell’incontro di ieri in Prefettura con alcuni primari degli ospedali di Milano e Ats. “Al Comune di Milano abbiamo oggi sei giorni su venti di smart working. Stiamo riflettendo se è il caso di intensificarlo”, ha detto il sindaco, osservando che “la riflessione non può essere solo presa dalla politica, ma sto chiedendo un’analisi tecnica si miei collaboratori”.

Sala ha però “al momento” escluso una riduzione dei passeggeri sui mezzi pubblici, spiegando: “Il vero imbarazzo è che noi non riusciamo a essere supportati dalla scienza rispetto alla comprensione se in metropolitana, con il rispetto delle regole, il contagio si diffonda facilmente o no. Ho più l’impressione – da quello che ci hanno detto i medici – che non sia così, se le misure vengono rispettate”.

Sui dati della diffusione del contagio è intervenuto anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: “Più alto è il rispetto delle precauzioni, più alta è l’attenzione a evitare comportamenti incauti, più potremo scongiurare eventuali chiusure localizzate o provvedimenti di altro genere”, ha scritto ieri su Facebook.

“Ho firmato un’ordinanza che, insieme alle regole contenute nel Dpcm, conferma quanto già in essere”. “Insieme ai sindaci lombardi – prosegue Fontana – verificheremo se con queste regole e il rispetto dei comportamenti raccomandati – distanza interpersonale, mascherine e lavaggio frequente delle mani – potremo già dirci soddisfatti senza dover attuare ulteriori interventi restrittivi. Andiamo avanti a lavorare, a testa alta e con la mascherina”.

Su Milano è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte che parlando con i giornalisti a Bruxelles ha detto: “Non mi aspetto un lockdown su Milano. “Noi dobbiamo riporre fiducia sul comportamento di tutti quanti, quella è stata la nostra forza Se i cittadini non hanno fiducia nelle misure precauzionali e non sono uniti nel raggiungere gli obiettivi, non si ottengono risultati”.

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