“Entro il 2030 non permetteremo più di fumare all’aperto” e “subito o a breve alle fermate dell’autobus o durante le code per i nostri servizi non si fumerà”. Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, durante
l’incontro con i cittadini nel quartiere Isola. Dunque Milano diventa capofila di una serie di città che bandiscono il fumo . E Roma e il Lazio che fanno?
Nel Lazio, è vietato fumare in spiaggia a Ladispoli. Logicamente la cosa in estate. Qui il sindaco Alessandro Grando ha firmato un’ordinanza che proibisce da di fumare in tutte le spiagge del territorio, fino a 200 metri dalla riva. Pena per chi infrange le regole, una multa fino a 500 euro. E poi c’è Anzio che ha vietato il fumo nella Riserva naturale regionale di Tor Caldara e nei parchi, misura presa sia per combattere contro l’inquinamento che per prevenire gli incendi estivi.
Inoltre, la Regione Lazio in applicazione del ‘principio di precauzione’ ha allertato le Asl, le Aziende Ospedaliere e tutte le strutture accreditate affinché il divieto di fumo venga esteso anche all’utilizzo delle cosiddette ‘sigarette elettroniche’ nelle strutture del sistema sanitario regionale e le aree limitrofe.
Secondo i dati 2012-15 del sistema di sorveglianza PASSI, nel Lazio il 30% degli adulti 18-69 anni fuma sigarette .Il 16% è invece ex fumatore e il 54% non ha mai fumato. L’abitudine al fumo è più diffusa negli uomini che nelle donne (rispettivamente 33% e 26%), nelle persone con età inferiore ai 50 anni, nelle persone con una scolarità media e in quelle con molte difficoltà economiche riferite (41%). Il numero di sigarette fumate in media al giorno è pari a 13. Tra i fumatori, l’8% è un forte fumatore (più di un pacchetto di sigarette al giorno).
Oramai, dice l’Istituto Superiore di Sanità, i rischi del fumo sono acclarati. Ad esempio, i fumatori hanno un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto ai non fumatori.