A Roma il Giro d’Italia fermato dalle buche

Protesta dei ciclisti che hanno giudicato troppo pericolosi asfalto e sampietrini. I tempi sono stati presi dopo il terzo passaggio, dunque aboliti i due traguardi volanti.

Giro d’Italia, protesta dei corridori
Giro d’Italia, protesta dei corridori

Si è chiuso a Roma il Giro d’Italia 2018. Ma la chiusura delle buche chiuse all’ultimo momento non è bastata.  E’ infatti andata in scena la protesta dei corridori per le condizioni del tracciato. I ciclisti hanno protestato per la pericolosita’ dei sampietrini, ed è nata una vera ‘trattativa’ che ha visto come diretti protagonisti le maglie rosa e cicliamino, Chris Froome ed Elia Viviani.

I tempi sono stati presi dopo il terzo passaggio, dunque aboliti i due traguardi volanti.

A vincere il Giro è stato Chris Froome. La 21esima tappa è stata così neutralizzata di sette giri per una richiesta dei corridori per via del manto stradale ritenuto pericoloso. E’ la prima vittoria del corridore inglese, che ha gia’ vinto quattro Tour e una Vuelta.

I campioni delle due ruote hanno percorso  il centro storico, dai Fori Imperiali a piazza del Popolo, tra asfalto e sampietrini tenuti sotto la stretta sorveglianza del Dipartimento Lavori Pubblici del Campidoglio che fino a due giorni fa hanno effettuato gli  ultimi sopralluoghi sul percorso. 

L’obiettivo era individuare le ultime criticita’ e “risolverle entro domenica”. Ma evidentemente gli sforzi non sono bastati.

Critico il Pd. Per il segretario romano Andrea Casu, “le buche fermano anche il Giro d’Italia! Il rammendo in extremis delle ultime ore per le vie del centro non basta a salvare #Giro101 e dopo le proteste dei corridori il #giroditalia2018 ha deciso di neutralizzare al termine del terzo giro l’ultima tappa per le strade di Roma”

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