Sono sempre più numerosi i romani che, per passione, per motivi venatori o per sicurezza personale, richiedono un porto d’armi. Aumentano infatti, secondo i dati forniti all’agenzia Nova dalla questura di Roma, le richieste di autorizzazioni alla detenzione di fucili o pistole.
Nel 2022 sono state 2.663 i porto d’armi per difesa personale, rilasciati e rinnovati contro i 2.305 dell’anno precedente. Un aumento di 350 porto d’armi per altrettante pistole. Ma il vero balzo in avanti lo fanno i cacciatori, o meglio le richieste autorizzate per il possesso di un fucile da usare per la caccia. Il dato, infatti, è raddoppiato, passando dalle 3.709 autorizzazioni rilasciate nel 2021 alle 7.331 richieste dell’anno successivo. Per il 2023 si conoscono soltanto i dati relativi al primo trimestre che confermano la tendenza all’aumento, visto che a marzo di quest’anno erano stati già autorizzati 762 porto d’armi per difesa personale e 3.098 per uso caccia.
Diminuiscono, invece, le richieste per il porto di fucile ad uso sportivo: quelli autorizzati erano oltre 9.300 nel 2020, per diventare 3.841 nel 2022. Insomma, nel corso dello scorso anno, la questura di Roma, ha autorizzato il possesso di armi a poco meno di 14mila cittadini, per i tre motivi possibili (caccia, sport e sicurezza personale). Ben chiaro che la questura, o comunque l’ente che autorizza i porto d’armi (in altre province è la Prefettura) rispetta i criteri dettati da un preciso regolamento. Soddisfatti tutti i criteri, il porto d’armi deve essere rilasciato. Ci si chiede perché siano così tante le richieste in una città come Roma in cui già si spara molto. Appena ieri mattina, un cittadino peruviano ha sparato tre colpi di pistola in via di Tor de Schiavi, quartiere Centocelle, ferendo un 49enne. Pare si sia trattato di una banale lite da strada. Oppure la scoperta fatta dai carabinieri a Tor Bella Monaca dove sono state arrestate due donne di origini bosniache, di 58 e 35 anni, madre e figlia, casalinghe, trovate in possesso di tre pistole.
Ovviamente nella maggior parte dei casi di uso illegale di armi, queste vengono usate da persone che non hanno alcun titolo al possesso e che si sono procurate illecitamente pistole o fucile al mercato nero. Ma così come spiegano gli investigatori, il mercato nero di armi è rifornito indirettamente da quello legale. “Il 90 per cento delle armi che sequestriamo, o quelle che, in seguito ad indagini risultano utilizzate in atti dimostrativi se non in veri e propri omicidi o gambizzazioni, sono calibri medio piccoli, quindi riconducibili ad usi civili e non militare”, ha dichiarato, qualche mese fa, un investigatore, il quale ritiene che pistole, fucili e munizioni in circolazione siano in realtà il bottino di furti negli appartamenti di chi li detiene legalmente. Quindi, più porto d’armi rilasciati, più armi in circolazione e più alto è il rischio che finiscano in mani sbagliate.
Del resto l’alto numero di persone smaniose di uscire per strada imbracciando un fucile, si è palesato nitidamente a Ladispoli l’11 novembre scorso, in occasione della fuga del leone dal Circo. Una circostanza che ha allarmato lo stesso presidente della Regione Lazio Francesco Rocca che in quell’occasione disse: “I cacciatori sono tanti. Nel Lazio il fenomeno della caccia ha numeri impressionanti. Mi stupisce che, così mi è stato riferito, escano con il fucile di casa per finalità che non siano venatorie. Quella facilità con cui sono usciti non è una cosa di cui andare orgogliosi”.