A Roma torna l’allarme per la peste suina

due cinghiali positivi ai test al Parco dell'Insugherata,. E scatta il piano delle Asl

Al Parco dell’Insugherata, nell’area verde adiacente a via Cortina d’Ampezzo tra la via Trionfale e la via Cassia, è stato un Guardia Parco a trovare la carcassa nascosta tra la vegetazione. Nell’area boschiva di Casal del Marmo la segnalazione di un esemplare morto è arrivata da un residente. Cosi sono scattati i controlli degli esperti, e la conferma delle analisi di laboratorio delle Asi, che i due cinghiali trovati morti erano positivi alla Psa, la Peste suina africana. Lo scrive Il Messaggero.

La malattia letale nel 98% dei casi, altamente infettiva che contagia cinghiali, suini e che non si trasmette all’uomo. Su un terzo caso sono invece in corso le indagini epidemiologie.

“Ulteriori misure di contenimento verranno comunicate lunedì 15 maggio” hanno anticipato i responsabili regionali al termine dell’incontro di ieri con il neo commissario straordinario alla Psa, Vincenzo Caputo, nominato lo scorso febbraio con i compiti di coordinamento delle misure contenitive. Un’epidemia costata alle 200 aziende agricole laziali all’interno della zona rossa 10 milioni di euro. Secondo le disposizioni sanitarie infatti la scorsa primavera, tonnellate di fieno e grano sono rimaste bloccate per un mese nei magazzini. Gli allevatori invece hanno dovuto procedere con la macellazione d’emergenza.

Mentre il piano di depopolamento – la caccia selettiva – è rimasta al palo. Dall’inizio dell’emergenza sono stati abbattuti appena 300 esemplari, a fronte dei 75mila stimati. Un flop per la passata giunta regionale che aveva firmato un’ordinanza ad hoc annunciando l’abbattimento di 50mila cinghiali. Una misura considerata necessaria per evitare che la peste sia trasmessa dai cinghiali ai suini. E che ha sollevato le proteste degli animalisti: la notte del 23 febbraio un gruppo di sosteni tori aveva distrutto alcune gabbie posizionate nei pressi della Pineta Sacchetti. «La situazione ormai è sfuggita di mano e nessuno ci da ascolto a livello istituzionale. Per noi l’incubo della Peste suina non è mai terminato» denuncia Riccardo Milozzi imprenditore agricolo della Cía (Confederazione italiana agricoltori) di Roma: «Da un anno ci stiamo attenendo alle restrizioni della zona rossa senza però avere alcun sostegno. Subiamo continui danni senza contare l’abbandono delle coltivazioni. Infine, gli allevatori di suini che hanno abbattuti 2500 capi e sono stati risarciti di appena il 30% del loro valore».

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