A Roma tornano i rifiuti in strada ma la Tari è alle stelle

In tutta Italia la tassa per lo smaltimento della spazzatura, rispetto al 2010, è aumentata del 76%. Picco massimo nel Lazio

Largo Arenula

A Roma torna la spazzatura per la strada, e ai romani fa ancora più male sapere che le tasse per lo smaltimento dei rifiuti sono schizzate alle stelle. Dal 2010 famiglie e imprese hanno speso il 76% in piu’ per la tassa sui rifiuti. Eppure i servizi di raccolta restano per molti comuni al di sotto della sufficienza. E tra questi comuni c’è appunto Roma.

 A fare i conti in tasca a chi paga le pesanti tasse sui rifiuti e’  la Confcommercio. In studio uno studio l’organizzazione ha calcolato che la Tari vale ormai 9,5 miliardi, in crescita del 76% rispetto alla tassa sui rifiuti del 2010 che si fermava a 5,4 miliardi. Considerando la Tari pro-capite, il valore piu’ elevato si registra nel Lazio (dove si raggiungono i 261 euro, +7% sul 2017) e il piu’ basso in Molise (130 euro). 

A fronte di costi sempre piu’ alti, secondo Confcommercio, “calano livello e quantita’ dei servizi, visto che solo 5 Regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte e Veneto) superano la sufficienza”. La proposta avanzata da Patrizia Di Dio, membro della Giunta di Confcommercio con delega all’ambiente e’ “avviare con urgenza azioni concrete. Questo  per limitare la liberta’ finora concessa ai Comuni di determinare il costo dei piani finanziari includendo voci di costo improprie”.

 La risposta arriva dall’Arera che assicura l’arrivo entro il 2019 di una riforma delle tariffe con maggiore trasparenza e qualita’. L’Authority definira’, infatti, nuovi criteri tariffari e nuovi obblighi informativi da applicare in tutta Italia in materia di rifiuti.

 Interviene Andrea Scozzoli, Presidente della Aires, l’Associazione che riunisce le principali aziende e gruppi distributivi specializzati di elettrodomestici ed elettronica di consumo: “Il nostro comparto segna, rispetto al 2017, un preoccupante aumento del 5,1 %, con un costo al metro quadro di 5,9 €. La regione nella quale la nostra categoria merceologica registra una crescita maggiore è l’Umbria, con una tariffa al mq di 9,63 €. Condividiamo in pieno le preoccupazioni di Confcommercio. Questa tassa rischia di frenare pesantemente la crescita delle imprese. Inaccettabile il gap tra i costi del servizio Tari e i fabbisogni standard definiti sul sito ‘OpenCivitas*’(scostamento quantificabile in 438.907.201 euro): appare evidente e improrogabile la necessità di una profonda revisione dell’intero sistema che rispetti il principio europeo ‘chi inquina paga”.

Approfondimento nel dossier

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014