Dall’incontro in Vaticano sulla protezione dei minori emergono testimonianze angoscianti. “Sono stato molestato sessualmente per tanto tempo, e oltre cento volte, e queste molestie sessuali mi hanno provocato traumi e flashback per tutta la vita”. Così una vittima di abusi del Clero in una testimonianza trasmessa durante il vertice.
“Ogni volta che ho parlato con i Provinciali e con i Superiori maggiori, questi hanno regolarmente coperto il problema, coperto gli abusatori e questo a volte mi uccide. Ho condotto questa battaglia per tanto tempo …ma la maggior parte dei Superiori non sono capaci di fermare gli abusatori, a causa delle amicizie tra di loro”, dice questa vittima.
Sono state cinque le vittime hanno aperto il vertice vaticano sugli abusi sessuali tramite video-testimonianze. “Dall’età di 15 anni ho avuto relazioni sessuali con un prete. E’ durato 13 anni. Sono rimasta incinta tre volte e mi ha fatto abortire tre volte, molto semplicemente perché non voleva usare profilattici o metodi contraccettivi”, afferma una dei cinque sopravvissuti di cui la sala stampa vaticana ha fornito il testo ma, per motivi di privacy, non le immagini né le identità.
“All’inizio mi fidavo così tanto di lui che non sapevo potesse abusare di me. Avevo paura di lui e ogni volta che mi rifiutavo di avere rapporti sessuali con lui, mi picchiava. E siccome ero completamente dipendente da lui economicamente, ho subito tutte le umiliazioni che mi infliggeva”. La donna continua: “Sento di avere una vita distrutta. Ho subito così tante umiliazioni in questa relazione che non so che cosa mi riservi il futuro … Questo mi ha reso molto prudente nelle mie relazioni, adesso”, ha continuato la vittima.
Il cardinale Tagle, che ha tenuto una relazione in mattinata, ha detto che “la mancanza di risposte da parte nostra alla sofferenza delle vittime, fino al punto di respingerle e di coprire lo scandalo al fine di proteggere gli abusatori e l’istituzione ha lacerato la nostra gente, lasciando una profonda ferita nel nostro rapporto con coloro ai quali siamo inviati per servirli”.
A questo mea culpa si è unito l’arcivescovo di Malta, mons. Charles Scicluna, che ha chiesto più selezione nella scelta dei possibili candidati alla leadership di vescovi. “Noi vescovi e superiori religiosi – ha osservato Scicluna nella relazione tenuta davanti ai 190 partecipanti all’incontro che andrà avanti sino a domenica – abbiamo il sacro dovere di aiutare il Santo Padre ad arrivare a un giusto discernimento sui possibili candidati alla leadership come vescovi”.