Acea chiede, con insistenza, che anche a Roma aumentino le tariffe dell’acqua. L’attuale ad Fabrizio Palermo, dal meeting di Rimini, fa capire che con l’attuale sistema non favorisce “gli investimenti”. A Roma le perdite d’acqua degli acquedotti sono ormai in linea con la media nazionale, che è del 41%, ma comunque al di sopra della media europea, del 26%. Anche per questo Acea e Comune hanno previsto investimenti per 1,4 miliardi di euro. D’altronde la risorsa acqua ha fatto registrare un calo di disponibilità del 20%, ecco perché Acea ha messo in cantiere il raddoppio dell’acquedotto Peschiera.
Lo spreco a Roma è eccessivo
Palermo è convinto che anche a Roma si sprechi troppa acqua. “Ci vuole consapevolezza del consumo a tutti i livelli – ha spiegato – e questo riguarda anche i consumatori, per cui serve informazione, anche con strumenti che rendono consapevoli del consumo, come i contatori”.
L’acqua costa poco
Ed ecco che Palermo allora torna sulle tariffe, mettendo in luce che “una famiglia per tutto l’anno in media consuma un euro al giorno di acqua, quasi meno di un caffe’. C’e’ quindi anche un tema di percezione dell’acqua come una risorsa scarsa. Purtroppo siamo consapevoli che sui consumi energetici ci si e’ resi conto dell’esigenza di risparmiare quando si e’ avuto un incremento del costo. Intervenire sulla domanda e’ importante, ma c’e’ poi il tema di come aumentare la disponibilita’ della risorsa. La prima necessita’ e’ non perderla, e quindi bisogna investire sulle reti. C’e’ poi la necessita di intervenire sulle fonti di approvvigionamento, e la principale e’ il riuso”.
Meno spreco di acqua
L’ad di Acea afferma che come azienda “come principio il net zero water, ovvero che lo stesso litro d’acqua va riutilizzato piu’ volte possibile depurandolo e riutilizzandolo. Solo facendo questo si ottiene una quantita’ d’acqua impressionante nel nostro Paese. Bisogna poi captare la maggior quantita’ di acqua piovana che arriva. La meta’ delle nostre dighe sono pieni di detriti. I bacini sono al 50 per cento pieni di detriti, quindi sono inutilizzabili”.