Al Circolo Aniene soci solo uomini: 30 parlamentari, ‘stop discriminare’

Interrogazione prima firmataria Boldrini, 'è anacronistico'

Trenta parlamentari dell’intergruppo donne per i diritti e le pari opportunita’ alla Camera ha depositato un’interrogazione al premier Mario Draghi e alla ministra per le Pari Opportunita’ Elena Bonetti sulla vicenda, sollevata dalla Repubblica, del circolo Canottieri Aniene i cui “soci effettivi” possono essere solo uomini. Il documento, a prima firma della parlamentare dem Laura Boldrini, chiede “quali iniziative urgenti” si intendano “adottare per promuovere le pari opportunita’ in tutti i circoli affiliati alle Federazioni sportive nazionali e quali azioni” si vogliano “intraprendere, nell’ambito delle proprie prerogative, affinche’ vengano superate situazioni discriminatorie e del tutto anacronistiche”.

La premessa dell’interrogazione rimanda alle notizie in un servizio su Repubblica relative al Circolo Canottieri Aniene, “il cui statuto risale addirittura al 1892, ma e’ stato da ultimo modificato nel gennaio del 2019” e “ancora prevede che i soci effettivi possano essere solo le persone di sesso maschile che abbiano compiuto i 18 anni di eta’; solo infatti i ‘soci per meriti sportivi’ possono essere di ambo i sessi, ma e’ specificato che ‘acquistano tutti i diritti dei soci effettivi solo se di sesso maschile – sottolinea il documento -. Vi sono poi le socie onorarie di sesso femminile che attualmente sono solamente 5: Federica Pellegrini, Flavia Pennetta, Josefa Idem, e le neo-nominate Caterina Banti (oro a Tokyo per la vela) e Simona Quadarella (bronzo a Tokyo per il nuoto), ma e’ appena il caso di notare che sempre secondo lo statuto, ‘solo i soci effettivi possono fare inviti esterni e saranno ammessi soltanto invitati di sesso maschile e di eta’ superiore ai venticinque anni'”, rimarcano le deputate.

“Va peraltro ricordato che il Circolo Canottieri Aniene e’ affiliato alla federazione italiana canottaggio fin dal 1899 e alla federazione italiana nuoto fin dal 1960, e che il Coni, a cui queste federazioni fanno riferimento, secondo quanto scritto nel proprio Statuto, ‘detta principi contro l’esclusione, le diseguaglianze, il razzismo e contro le discriminazioni basate sulla nazionalita’, il sesso e l’orientamento sessuale e assume e promuove le opportune iniziative contro ogni forma di violenza e discriminazione nello sport’ – si ricorda nell’interrogazione -. Contrasta con questi principi l’esistenza e la vita di un circolo sportivo nel quale invece le donne in quanto tali non possono neanche essere ammesse”.

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