Al Ghetto di Roma più forze dell’ordine, gli ebrei preoccupati per Israele

Quasi nessuno vuole parlare, anche perché lo Shabbat impone di non lavorare. La Sinagofa affollata per le celebrazioni

La sinagoga del Ghetto di Roma
La sinagoga del Ghetto di Roma

Viene rafforzata la sorveglianza delle forze dell’ordine al Ghetto di Roma. Quando passiamo per lo storico quartiere ebraico della Capitale, intorno alle 18.30 di sabato, lo Shabbat sta per finire. La presenza dei militari è discreta, non invasiva, segno che gli ebrei di Roma non vogliono avere e dare la sensazione di essere assediati. Il prefetto di Roma Lamberto Giannini afferma che c’è “massima attenzione su Roma, anche se al momento non ci sono segnali” particolari.

La Sinagoga brulica di persone

C’è un via vai dalla Sinagoga. Tante persone che entrano vestiti con abiti da cerimonia. Le celebrazioni attivate il giorno prima non si fermano. La vita deve continuare, seppur con le dovute cautele. I ristoranti piano piano riaprono, dopo lo stop voluto per la festività dalla sera precedente. Ma nella serata di sabato il quartiere è affollato piuttosto da turisti, in cerca degli angoli più caratteristici di questo pezzo di Roma.

Gli ebrei di Roma preoccupati ma la vita deve continuare 

Quasi nessuno ha voglia di parlare, tutti sono indaffarati con gli ultimi attimi della festa. Ma negli sguardi si percepisce la preoccupazione, l’ansia per quello che sta succedendo in Israele, la tensione per le notizie relative a chi sta dall’altra parte del mare. Lo Shabbat ha reso anche meno facile avere informazioni in tempo reale direttamente dallo Stato ebraico.

Il ricordo dell’attentato del 1982

La memoria corre al passato. Sono oramai 41 anni dall’attentato alla Sinagoga, avvenuto il 9 ottobre del 1982, quando un commando di 5 terroristi palestinesi assaltò il tempio con bombe a mano e mitri. L’assegno avvenne in concomitanza dello shabbat, del bar mitzvah di alcune decine di adolescenti della comunità ebraica romana e dello Shemini Atzeret, a chiusura della festa di Sukkot. Nel tempio c’erano non meno di 300 persone, e a morire fu un bambino di due anni Stefano Gaj Taché, e altre 37 persone furono ferite.

A breve le celebrazioni in ricordo del rastrellamento del Ghetto

Il 16 ottobre poi saranno 80 anni dal rastrellamento del Ghetto di Roma, durante la Seconda Guerra Mondiale. Una ricorrenza che sarà ricordata con una serie di eventi dalla prossima domenica e per una settimana. Un anniversario tondo che ricorderà alla città gli orrori della Shoah commessi dai nazifascisti. Chissà, se, visto il momento di emergenza, tutto sarà come previsto.

 

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