Un caso di peste suina africana (Psa) e’ stato rilevato a Roma. Lo rende noto, il commissario straordinario per l’emergenza, Angelo Ferrari. “Si’, c’e’ un caso – dice – la zona dovrebbe essere quella del parco dell’Insugherata. Stiamo effettuando i controlli necessari”.
Sarebbe dunque il primo caso di peste suina, malattia virale che colpisce maiali e cinghiali, fuori dall’area sino ad ora interessata, ovvero quella che va dalla provincia di Genova e si estende in direzione del Piemonte fino a Serravalle Scrivia (Alessandria).
La Regione Lazio spiega che “metterà a disposizione da domani il numero verde della Protezione civile regionale (803555) per segnalare eventuali ritrovamenti di animali morti e attivare immediatamente i servizi veterinari. È stato deciso inoltre di individuare, sulla base delle carcasse rinvenute, al momento una sola, l’area da perimetrare e consentire gli interventi che il commissario nazionale adotterà. È previsto per domani mattina un sopralluogo del Commissario nazionale per definire i dettagli degli interventi necessari. È importante ricordare che la peste suina non colpisce gli esseri umani ma si diffonde esclusivamente tra suini e cinghiali”.
“Serve responsabilita’ delle Istituzioni per un intervento immediato al contenimento della popolazione dei cinghiali che hanno invaso campagne e citta’ fino alla Capitale con danni economici per gli allevatori e rischi per la sicurezza dei cittadini”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Abbiamo piu’ volte evidenziato -continua – il rischio della diffusione della peste suina africana attraverso i cinghiali e la necessita’ della loro riduzione numerica attraverso le attivita’ venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perche’ -precisa Prandini- e’ mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla presenza in Italia di piu’ di 2,3 milioni di esemplari, arrivati numerosi anche nella Capitale”.
“Nella provincia di Roma -stima la Coldiretti- si calcola la presenza di oltre 20 mila cinghiali che, oltre a distruggere i raccolti e spaventare i cittadini, rappresentano anche un danno economico concreto per le misure di contenimento della commercializzazione che scattano dopo l’accertamento del contagio. A preoccupare e’ -continua Prandini- l’immobilismo delle istituzioni dopo i casi individuati in Piemonte ed in Liguria con il rischio concreto che l’emergenza si allarghi ad altre regioni limitrofe dove si concentra la norcineria nazionale che e’ un settore di punta dell’agroalimentare made in Italy grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi”. “La Peste suina africana -sottolinea la Coldiretti- puo’ colpire cinghiali e maiali ed e’ altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non e’, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. Ad oggi i casi individuati di positivita’ riguardano solo cinghiali e nessun maiale – conclude la Coldiretti- e’ stato contagiato in Italia dalla Peste suina africana.
Il caso di peste suina trovato a Roma trasforma l’allarme sul fenomeno in emergenza nazionale. E’ quanto afferma Cia-Agricoltori Italiani. “Questa emergenza era gia’ stata preannunciata per il proliferare indisturbato dei cinghiali in tutta Italia e per l’assenza di una legge adeguata di gestione della fauna selvatica”, commenta il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino.
“Una notizia, quella di oggi, che – prosegue – ci dice che occorre superare le misure blande per interventi di controllo e contenimento del fenomeno reale e a tappeto”. Cia ricorda di avere organizzato tre manifestazioni da Nord a Sud per sollecitare le istituzioni contro un problema non certo di oggi. Ai 109,4 animali infetti in Piemonte e Liguria, ora si aggiungono i numeri del Lazio. Un solo caso, infatti, basta a far scattare in allarme gli oltre 12 mila allevamenti di suini attivi in regione per un totale di 43 mila capi. E soprattutto, tenuto conto del fatto che, nella sola provincia di Roma, i cinghiali in liberta’ sarebbero gia’ piu’ di 20 mila.
Il caso di Roma non fa che rafforzare una preoccupazione lungamente manifestata da Cia che tonta a sollecitare le istituzione “a essere piu’ ferme nel perseguire le politiche di contenimento della fauna selvatica in Italia”.