Allarme Fmi su Italia: è un rischio globale

Il Fondo taglia crescita italiana 2019 allo 0,6%. Scontro con governo. Replica Salvini: "piuttosto è l’Fmi che è una minaccia per l'economia mondiale"

Neanche il tempo di esultare per i decreti su reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni, che per il governo si apre un altro fronte di scontro: stavolta è l’Fmi – che come già Bankitalia – taglia la crescita italiana 2019 dall’1% di ottobre allo 0,6%, definendo il nostro Paese come una zavorra per la crescita europea.

Da qui la dura reazione del governo Conte, con il vicepremier Matteo Salvini che attacca: “piuttosto è l’Fmi che è una minaccia per l’economia mondiale”, con le sue “previsioni errate, pochi successi e molti disastri”. Parole condivise dal ministro delle Finanze Giovanni Tria, che dice di non credere “che l’Italia sia un rischio né per l’Ue né globale”, in realtà il rischio viene dalle “politiche consigliate dal Fmi”. Infine interviene anche l’altro vicepremier, Luigi Di Maio: “stiamo creando un nuovo stato sociale: non arretriamo, di fronte a chi addirittura definisce l’Italia una delle cause della recessione economica. Non lo possiamo accettare”.

Il voto di maggio contribuisce ad alzare i toni perché lo 0,6% di Pil previsto dal Fmi (e da Bankitalia) – che fino a ottobre prevedeva 1% si aspetta appena 0,9% nel 2020 – pone il tema di una manovra correttiva per rispettare i patti con Bruxelles. Una possibilità da scongiurare per il governo gialloverde  che ha ogni interesse a rinviare a dopo il voto ogni ipotesi di mettere in discussione reddito di cittadinanza e ‘superamento’ della Fornero.

Un motivo in più per considerare il rapporto dell’Fmi come un macigno. Per questo  per Tria “parlare di manovra correttiva è completamente sbagliato”, il “rallentamento maggiore del previsto non comporta di per sé alcuna manovra correttiva” perché la manovra “è stimata su una previsione tendenziale di 0,6%”.

Anche se l’Fmi non entra nel merito della finanza pubblica italiana non si può ignorare che peggiorano le stime di crescita globale, e quindi anche italiana. E anche se il direttore generale Christine Lagarde non parla di una recessione, il livello d’allarme è alto visto che la stessa Lagarde invita a “tenersi pronti” se il quadro dovesse peggiorare.

I rischi sono tanti, quelli imminenti riguardano una Brexit senza accordo e un inasprimento della ‘guerra dei dazi’ voluta da Donald Trump. Ma c’è anche preoccupazione per una frenata della Cina peggiore del previsto. Per questo si temono altri fattori d’instabilità finanziaria come nel caso dell’Italia, citato esplicitamente come uno dei rischi globali dalla nuova capo economista del Fondo Gita Gopinath.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014