Ama, dg dimissionario e riconfermato

Nonostante la scadenza del mandato di Stefano Bina sia fissata per il 31 gennaio, l’attuale direttore generale di Ama parla già di piani futuri, sicuro della propria riconferma

Manuela Pelati per Il Corriere della Sera Roma

 

«Ci vediamo la prossima settimana». Il direttore generale di Ama Stefano Bina in scadenza il 31 gennaio non ha avuto nessuna incertezza mercoledì nell’aggiornare l’agenda della trattativa con i sindacati a febbraio. L’incontro tra i vertici aziendali della municipalizzata e Cgil, Cisl, Uil, Fiadel e Rsu si è svolto (quasi) interamente con lui: «Dieci minuti con Giglio e più di due ore con Bina» dicono dalla Cgil.

Dimissionario a dicembre, prorogato fino al 31 gennaio, Bina che in questi giorni si sta misurando con i curriculum dei partecipanti al bando per nominare il nuovo direttore generale di Ama, tira dritto. «Parleremo della sicurezza e della premialità per chi svolge bene il lavoro» ha assicurato ai rappresentanti degli operai in subbuglio nelle scorse settimane dopo l’accusa di lavorare di meno guadagnando di più. «Due ore a settimana in più in un’organizzazione fatiscente non hanno senso» è la sintesi delle polemiche sindacali. Ma mercoledì i toni si sono abbassati e nodi si stanno sciogliendo. «Siamo fiduciosi» dicono dalla Cgil. L’appuntamento sul contratto di lavoro con l’innalzamento delle ore settimanali da 36 a 38, va attuato entro il 28 febbraio per applicare il contratto nazionale degli operatori ecologici stabilito l’estate scorsa e divenuto esecutivo a partire dal 2017. I sindacati hanno definito l’incontro di mercoledì «positivo» con una deciso cambio di rotta e «passi in avanti». Un confronto durante il quale l’ingegnere di Voghera Stefano Bina si è mostrato come l’unico interlocutore.

Il direttore generale indicato a metà agosto da Casaleggio, ma non gradito dall’ex assessora Paola Muraro, aveva deciso di levare le tende a dicembre prima di farsi mettere alle porte dall’ex capo della segreteria politica Salvatore Romeo. E che se dopo le dimissioni di Muraro perché indagata, era in contrasto con la macro struttura di Ama lasciata in eredità, ora mostra la voglia di rimanere al suo posto. E di essere una pedina importante negli equilibri aziendali. «Vogliono aumentare la differenziata? va bene ma ci sono problemi nella raccolta e vanno messe a punto delle criticità sul porta a porta: bisogna tutelare chi ogni giorno lavora sulle strade» dicono i sindacati con i quali Bina ha avviato un nuovo dialogo.

Dopo le dimissioni dello scorso settembre dell’amministratore unico Alessandro Solidoro e i due mesi di assenza di dirigenza, Ama si trova ad affrontare in ritardo la definizione di un piano aziendale che richiede lungimiranza per la raccolta, selezione e smaltimento dei rifiuti nella capitale con disastrose inefficienze. Una sfida che il nuovo dg vincitore del bando, che sia Stefano Bina o Giuseppe Perrone, dovrà affrontare.

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