Appendino condannata a un anno e mezzo per Piazza S.Carlo

Sindaco di Torino: vicenda mi ha segnata, dolore vivo

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, e gli altri quattro imputati nel processo per i fatti avvenuti a giugno 2017 in Piazza San Carlo sono stati tutti condannati a un anno e sei mesi. Il processo, con rito abbreviato, riguarda gli incidenti durante la proiezione sui maxi schermi della finale di Champions League Real Madrid-Juventus.

“Questa tragica vicenda mi ha segnato profondamente. Quei giorni e i mesi che sono seguiti, sono stati i piu’ difficili sia del mio mandato da sindaca sia della mia sfera privata, personale. E il dolore per quanto accaduto quella notte e’ ancora vivo e lo portero’ sempre con me”. Lo afferma la sindaca di Torino Chiara Appendino, dopo la condanna a un anno e sei mesi per i fatti di piazza San Carlo. “Con la stessa sincerita’ – spiega – vorrei aggiungere ancora una cosa: a questi sentimenti, oggi, si somma anche una sensazione di amarezza. Perche’ se e’ vero che la carica istituzionale che ricopro comporta indubbiamente delle responsabilita’, alle quali non ho alcuna intenzione di sottrarmi, e’ altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto, folle, di una banda di rapinatori”.

“Proprio – afferma Appendino – sul difficile ruolo dei sindaci, sui rischi e sulle responsabilita’ a cui sono esposti, forse andrebbe aperta una sana discussione”. La sindaca di Torino ricorda che “Il 3 giugno del 2017, durante la proiezione della finale Juventus-Real Madrid, una banda di quattro rapinatori, armati di spray urticante, si introdusse in mezzo alla folla e lo spruzzo’ per rubare collane e orologi preziosi. Questo gesto scellerato scateno’ il caos che porto’ a molti feriti e alla morte di due persone”. “I quattro – aggiunge – sono gia’ stati condannati a 10 anni per omicidio preterintenzionale, anche in appello. Oggi, in un altro processo, la stessa Giudice ha condannato me, insieme ad altre 4 persone, a 1 anno e 6 mesi per una serie di reati colposi legati a quei fatti”.

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