Atac resta pubblica, in arrivo 40 milioni da Campidoglio

L'aula ha approvato una delibera di giunta contro la messa a gara del servizio di trasporto pubblico. Giachetti e Nobili: "Raggi calpesta volontà dei romani, anche Pd complice"

“Garantire un servizio di trasporto pubblico migliore a tutti i cittadini. A chi vive in centro così come a chi vive nelle periferie. È sempre stato questo l’obiettivo della nostra amministrazione. Ed è per questo che abbiamo deciso di mantenere Atac pubblica. Questa per noi era e rimane l’unica scelta possibile. Oggi in assemblea capitolina ribadiamo con forza quanto abbiamo sempre sostenuto: l’azienda deve rimanere pubblica, in mano ai cittadini È una scelta che ci ha consentito di salvaguardare circa 12mila posti di lavoro”. Lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi ieri durante l’assemblea capitolina.

L’aula ha approvato una delibera di giunta che va in senso contrario alla messa a gara del servizio di trasporto pubblico locale. Tale previsione era stata al centro del referendum radicale del 2018 in cui avevano vinto i sì. L’indirizzo della sindaca Virginia Raggi, confermato dal consiglio comunale, è invece quello di continuare a puntare sull’azienda in house Atac.

Raggi: “Non svendiamo Atac a privati”

“Per decenni Atac è stata letteralmente spolpata. Il suo fallimento è stato in qualche modo pilotato proprio per arrivare a svendere l’azienda ai privati. Non lo abbiamo permesso. Quando abbiamo preso in mano il dossier di una delle imprese pubbliche più grandi in Europa abbiamo trovato debiti spaventosi nei bilanci; un parco mezzi con vetture con oltre 20 anni di età; mancata manutenzione delle infrastrutture; personale insufficiente e demotivato”, ha aggiunto la sindaca.

Il Comune anticipa 40 milioni

Intanto Atac ha chiesto al Campidoglio un’anticipazione di 40 milioni, “già stanziati da Roma Capitale sul bilancio di previsione 2021-23, che verrà restituita a un anno dal l’erogazione”. Lo ha annunciato l’azienda dei trasporti spiegando che “ciò consentirà di migliorare l’equilibrio finanziario nelle more che vengano versati i ristori economici previsti dal governo per i mancati ricavi commerciali da biglietti a causa del Covid riconosciuti a tutte le aziende di trasporto pubblico locale“. “Atac sottolinea che tutte le azioni, decise grazie alla proficua interlocuzione con i commissari e al sostegno di Roma Capitale, servono a garantire la tenuta complessiva del piano di concordato, che non è assolutamente in discussione nonostante le gravi difficoltà che la pandemia ha provocato all’economia nazionale”.

Giachetti e Nobili contro sindaca e Pd

“Virginia Raggi, la sindaca che proclamava trasparenza e ascolto della volontà dei cittadini, quella che gridava onesta e proclamava unità, oggi, nella sede ufficiale dell’assemblea capitolina, ha deciso di calpestare platealmente la volontà e l’indicazione dei romani”. Lo dichiarano i deputati romani di Italia Viva Roberto Giachetti e Luciano Nobili, che spiegano: “Nonostante l’esito inequivocabile di un referendum che chiedeva, finalmente, la messa a gara del servizio di tpl e di mettere fine allo spreco di denaro pubblico e alle inefficienze di Atac, nonostante una sentenza del TAR che le ha imposto il rispetto di quella volontà dei cittadini, dopo due anni in cui ha preferito ignorarlo, la sua giunta ha tradito ancora una volta il mandato ricevuto”.

“La disparità tra centro e periferie, tra linee più remunerative e linee di serie B, non è un incubo da paventare in caso di liberalizzazione ma la realtà quotidiana che affrontano i romani in periferia come in centro: un’uguaglianza nel disastro, tra ritardi, corse saltate, incidenti, stazioni metro chiuse, bus in fiamme, debiti pagati con le tasse più salate d’Italia. Un modello fallimentare e indifendibile che – sottolineano – ha portato l’azienda dal giudice fallimentare. Ma che si vuole difendere ad ogni costo per non togliere le mani della politica dall’azienda che invece che servizi ai cittadini frutta voti e clientele ai partiti. Era possibile far di peggio? Difficile, ma c’è riuscito il Partito Democratico, ormai succursale del M5S. Due anni fa aveva indetto un referendum interno sulla messa a gara e aveva vinto il si. E, obtorto collo, i vertici del Pd Romano dovettero adeguarsi alla coraggiosa battaglia che facemmo insieme a Walter Tocci e pochi altri. Oggi, senza alcun rispetto per il pronunciamento dei suoi iscritti prima e dei cittadini romani poi, ha scelto di essere complice della Raggi nel cancellare l’esito del referendum. Vergognosi. A Roma – concludono Giachetti e Nobili – il futuro va costruito facendo l’esatto contrario di chi ha prodotto questo scempio”

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014