(di Paola Lo Mele per Ansa)
Dopo oltre due anni è stata proclamata la vittoria dei sì al referendum consultivo per la messa a bando del trasporto pubblico locale di Roma, ora gestito dalla municipalizzata Atac. Sin da subito era stato evidente che la grande maggioranza dei romani che avevano partecipato al voto si era espressa favorevolmente, ma a recarsi alle urne era stato ‘solo’ il 16% circa degli aventi diritto: molti meno rispetto al quorum fissato dal Comune al 33,3%. Ora, dopo il ricorso dei Radicali che avevano promosso l’iniziativa e due sentenze del Tar sulla vicenda, il Campidoglio ha dovuto, invece, prendere atto dei risultati “favorevoli” al referendum dei Radicali. E i suoi contenuti dovranno essere discussi in assemblea capitolina entro un mese. A dicembre 2019 la seconda sezione del Tar del Lazio aveva accolto il ricorso proposto dal comitato promotore del referendum, con il quale si contestava l’applicazione del quorum minimo alla consultazione. Il Tribunale amministrativo in quella sede aveva affermato che l’esito referendario non è soggetto a sbarramenti, con la conseguenza che l’amministrazione avrebbe dovuto procedere alla promulgazione del risultato che ha visto prevalere i ‘sì’. Non solo: il 19 gennaio scorso il Tar del Lazio ha disposto ancora che la sindaca Virginia Raggi dovesse dichiarare gli esiti referendari con conseguente calendarizzazione della seduta dell’Assemblea capitolina (che si terrà il 25 febbraio) .
“La vittoria del sì deve passare in Aula entro 30 giorni dalla proclamazione – spiega ora il segretario di Radicali Roma Leone Barilli -. L’Assemblea dovrà discutere nel merito il risultato del referendum motivando pubblicamente l’eventuale non accoglimento dell’ indirizzo politico espresso dalla comunità cittadina. Così come recita lo statuto. In attesa della pubblicazione dell’atto ufficiale non possiamo che confermare la manifestazione organizzata per domani alle 15 sotto il Campidoglio, per ricordare alla sindaca che i diritti dei cittadini non si calpestano, che la democrazia è una cosa seria”. La posizione del Campidoglio, che ha puntato (tramite il difficile percorso del concordato preventivo) sul risanamento di Atac, resta contraria alla messa a bando dei trasporti locali. “Abbiamo sempre dichiarato apertamente la nostra volontà politica: mantenere Atac pubblica per garantire un servizio di trasporto uguale per tutti i romani e tutelare 12mila lavoratori – afferma il vicesindaco e responsabile dei trasporti Pietro Calabrese -. Abbiamo lottato per non svendere l’azienda al miglior offerente. Continueremo a lavorare per rendere Atac una società sana ed efficiente. Gli altri partiti dicano chiaramente se vogliono o meno Atac pubblica. È il momento di gettare la maschera”. La riunione dell’assemblea capitolina sul tema, che ancora deve essere fissata, potrebbe svolgersi già il 9 febbraio