Aumentano i casi di contagio in Lazio

3 nuovi contagiati dal coronavirus a fiumicino. Un'intera famiglia risulta positiva al tampone

Nel Lazio sono tre i casi risultati positivi ai test per il coronavirus.

Oltre alla donna di 38 anni, residente a Fiumicino, che è tornata di recente da un viaggio a Bergamo, sono risultati positivi ai primi test anche la figlia di 10 anni e il marito. Hanno tutti lievi sintomi.

La conferma è arrivata dal bollettino quotidiano dell’istituto Lazzaro Spallanzani di Roma. “La task force regionale sta indagando sui contatti della donna”, ha spiegato il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia.

“Nella giornata del 27 è giunta spontaneamente, all’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, una giovane donna, residente a Fiumicino, con lieve sintomatologia e link epidemiologico, in quanto ha soggiornato in Lombardia, in particolare in provincia di Bergamo. La donna è risultata positiva al test, che è stato confermato anche dall’Istituto Superiore di Sanità”, ha precisato il direttore Vaia, leggendo il bollettino. “In via prudenziale, lo Spallanzani ha provveduto, ieri in tarda serata, a ricoverare l’intero nucleo familiare.

Ad oggi i primi test effettuati risultano positivi per il marito della donna ed uno dei due figli. Nelle prossime ore si effettueranno i test di eventuale conferma”. La scuola frequentata dalla figlia della donna resterà chiusa fino al 9 marzo . “Procederemo – ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato – alla sanificazione dei luoghi in cui verranno sospese le attività di natura didattica. Nei prossimi giorni ci trasferiremo qui a Fiumicino per ricostruire puntualmente tutti i contatti che ha avuto”.

L’assessore D’Amato è intervenuto questa mattina ad un incontro operativo nel Comune dell’aeroporto di Roma insieme al sindaco di Fiumicino Esterino Montino, al direttore scientifico dell’ospedale Spallanzani Giuseppe Ippolito, e alla direttrice sanitaria della Asl Roma 3 Simona Amato per fare il punto sulla situazione con l’obiettivo di rassicurare la cittadinanza. “Non siamo di fronte a un focolaio che riguarda il comune di Fiumicino – ha subito chiarito D’Amato – abbiamo già ricostruito i contatti avuti dalla donna a ritroso.

Emerge un soggiorno e una permanenza dal 19 al 21 febbraio ad Alzano Lombardo in cui ci sono stati casi segnalati”. In pratica, il contagio sarebbe avvenuto in Lombardia, nella provincia di Bergamo, in una delle zone già interessate dal altri casi. La Regione adesso lavora a tracciare spostamenti e contatti avuti dalla donna. Anche se, ha chiarito il sindaco Montino “Saranno contattate dalle autorità sanitarie solo le persone più esposte al rischio di un potenziale contagio”.

D’Amato ha dunque ricordato che “i primi test sul marito e la bambina della donna hanno dato anch’essi esito positivo, mentre è negativo il test sul più piccolino”.

Adesso dunque bisognerà ricostruire anche i loro contatti. “Nelle prossime ore – ha spiegato l’assessore – verrà completato il quadro, in particolare di quelli della bambina. Abbiamo istituito una squadra mista della Asl Roma 3 e del Seresmi dello Spallanzani.

Verranno attivate procedure di sorveglianza attiva presso i domicili. Ci saranno modalità sanitarie da rispettare, di sorveglianza fiduciaria ma verificheremo puntualmente perché è importante. L’Azienda per coloro che andranno in sorveglianza dopo le indagini epidemiologica, ci sarà anche una app dedicata. In caso di sintomatologia nei contatti stretti, e solo in questo caso, saranno adottate tutte le procedure necessarie”, ha concluso l’assessore.

Intanto, oggi è finita la lunga disavventura di Niccolò, lo studente di 17 anni di Grado, bloccato per due volte a Wuhan a causa della febbre ma risultato poi negativo ai test sul coronavirus.

Rientrato in Italia il 15 febbraio con un volo dell’Aeronautica e rimasto in quarantena, è stato dimesso questa mattina dallo Spallanzani. Il ragazzo è uscito dall’ospedale accompagnato dai genitori, felici di riportarlo a casa: “finalmente lo riportiamo a casa dopo questa avventura. Siamo emezionati”, hanno detto parlando con i cronisti. “Niccolò è contento di riabbracciare tutti i famigliari e gli amici. Questi giorni sono stati duri, ma sapevamo che lui era assistito, c’era chi lavorava per lui: le istituzioni e i ministri, sapevamo che sarebbe finita bene. Adesso speriamo che ritorni alla sua vita normale e a studiare”. I genitori hanno riferito, inoltre, che “appena sarà possibile vuole tornare in Cina a ringraziare tutte le persone che lo hanno aiutato anche lì, oltre che in Italia: tutti i dottori dello Spallanzani, i ministri e quelli che gli sono stati vicini”.

La comunità clinica e scientifica dello Spallanzani e la direzione dell’ospedale hanno salutato il ragazzo augurandogli ogni felicità. Ad oggi, all’accettazione dell’Istituto Spallanzani di Roma, sono stati valutati 193 pazienti. Di questi, 165, risultati negativi al test, sono stati dimessi. Ventotto sono i pazienti tutt’ora ricoverati. Tutti gli altri test effettuati finora per altri pazienti sono risultati negativi.

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