“Siamo qui per bloccare il racconto infame per il quale al Nord c’è la virtù e al Sud i cialtroni. Siamo qui a difesa della dignità del Sud”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso della manifestazione a piazza Santi Apostoli a Roma, convocata dai sindaci di centrosinistra provenienti dalla Campania.
Nella piazza, una bandiera tricolore con il fiocco nero del lutto, cartelli contro l’autonomia differenziata e il blocco del Fondo sviluppo e coesione: si presenta così la manifestazione. A lato, uno striscione con scritto: “L’Italia è una e indivisibile, siamo sindaci della Campania, siamo sindaci italiani, non stiamo a difendere partiti ma solo a rivendicare i diritti della nostra terra e lo faremo fino alla fine. Meloni, Lei è anche il nostro presidente, perché non ci dà risposta?”.
Al centro della piazza è stato allestito un palco con dei microfoni. Ai lati del palco due cartelli: “Sblocco immediato dei fondi di coesione” e “Italia unita, burocrazia zero”. In piazza sono presenti diversi sindaci della Campania e il governatore della Regione, Vincenzo De Luca. In aria sventolano anche bandiere della Uil Fpl, altre con scritto “Zero morti sul lavoro”.
De Luca spiega che i sindaci hanno due obiettivi: “Contrastare l’ipotesi di autonomia differenziata così come delineata dal decreto Calderoli” e “lo sblocco dei Fondi sviluppo e coesione. Noi siamo per l’unità d’Italia, per avere rapporti fraterni con i nostri concittadini del Nord. Siamo un corpo solo, siamo l’Italia. Non abbiamo bisogno di guerre fratricide. Siamo per destinare risorse aggiuntive al Sud per recuperare dopo un secolo e mezzo il divario tra Sud e Nord”. Se non lo si fa, “l’Italia non sarà mai unita”, ha concluso.
“Siamo vicini – ha spiegato De Luca – a quelle parti d’Italia che hanno raggiunto livelli di sviluppo importanti, le regioni più sviluppate sono una ricchezza per l’Italia, noi le sosteniamo, e siamo per non togliere un euro alle regioni del Nord. Siamo per destinare risorse aggiuntive al Sud per poter recuperare dopo un secolo e mezzo il divario tra Sud e Nord. Perché fino a quando nell’area meridionale avremo il 20 per cento di disoccupazione in più l’Italia non sarà mai un paese competitivo. Quindi è un interesse generale per l’Italia”, ha concluso.