“Benvenuti a Britaly”. L’Economist mette in copertina Liz Truss vestita da gladiatore, che brandisce una forchetta con gli spaghetti arrotolati per sostenere come la Gran Bretagna assomigli sempre di più all’Italia dell’instabilità politica, della bassa crescita e ‘sottomessa’ allo spread.
Dopo aver ricordato che la premier britannica e il suo ex cancelliere dello Scacchiere, Kwasi Kwarteng, licenziato dopo 38 giorni, sono stati tra gli autori di un saggio intitolato “Britannia Unchained” nel quale usavano l’Italia “come monito”, il settimanale prima snocciola una serie di dati per cui non si può paragonare il Regno Unito al nostro Paese.
“In secondo luogo, proprio come l’Italia è diventata il giocattolo dei mercati obbligazionari durante la crisi dell’eurozona, ora sono loro a comandare visibilmente in Gran Bretagna”, denuncia il giornale, che paragona il licenziamento di Kwarteng, a causa della reazione dei mercati al suo mini budget, alla fine di Silvio Berlusconi nel 2011 dopo essersi scontrato con Bruxelles e Berlino. “Proprio come gli italiani si preoccupano dello spread tra i titoli di Stato di riferimento e i Bund, così i britannici hanno avuto un corso accelerato su come i rendimenti dei titoli di Stato influenzino tutto, dal costo del mutuo alla sicurezza delle loro pensioni”, scrive l’Economist.
Infine, e questo è il terzo elemento che avvicina i due Paesi, “il problema della bassa crescita della Gran Bretagna è diventato più radicato. La stabilità politica è un prerequisito per la crescita, non un qualcosa che è bello avere. I governi italiani faticano a portare a termine qualcosa; lo stesso vale per le amministrazioni brevi in Gran Bretagna. Quando i cambi di leader e di governo sono sempre dietro l’angolo, la pantomima e la personalità sostituiscono la politica. Johnson è stato soprannominato “Borisconi” da alcuni; continuando ad aleggiare sulla scena politica, potrebbe rendere questo paragone ancora più netto”. (fonte Adnkronos)