“Non so dove andare, spero solo che non sarò costretta a prostituirmi di nuovo”. Blessing, nigeriana di 25 anni, guarda con suo figlio in braccio i suoi amici del Cara di Castelnuovo di Porto che lasciano il centro per salire sui pullman. “Loro – dice – saranno trasferiti e avranno un tetto. Io non sono sicura di avere neppure quello”. Lei, che è arrivata in Italia due anni fa ed è titolare di permesso umanitario, secondo la nuova Legge sicurezza non potrà essere ancora ospitata in un centro.
“Ho ricevuto un foglio di revoca – spiega – E ora, con un figlio di appena sei mesi, mi sento disperata. Spero che qualcuno mi aiuti”.
Blessing è arrivata nel 2016 in Italia, sulle coste siciliane, dopo essere partita con un barcone dalla Libia. La sua speranza era di riuscire a scappare dalla fame e fare la parrucchiera in un qualsiasi Paese dell’Europa. Almeno secondo quello che le aveva promesso la sua ‘madam’. È per questo che ha attraversato Niger e Libia, lasciandosi alle spalle la sua famiglia: un’altra sua figlia piccola, la madre e due sorelle.
“Sono rimasta un mese nei lager libici. E qui sono stata stuprata e ho subito violenze”. Poi, una volta in Italia è stata costretta dagli “amici della madam” a fare la prostituta: “c’era un rito voodoo che mi costringeva. Avrebbero ucciso la mia famiglia”, dice.
E nei week-end lasciava i centri in cui era ospitata per finire in strada. Ma gli operatori sociali l’hanno aiutata a ribellarsi. E al Cara di Castelnuovo ha conosciuto una persona dalla quale ha avuto un figlio sei mesi fa, poi il padre del piccolo è andato via dal centro. “Credevo che qui al Cara l’incubo fosse finito. E invece da ieri ho capito che rischio di finire di nuovo nei luoghi dove avevo cominciato”.
Ora la sua speranza è appesa ad un ricorso per ottenere lo status di rifugiato o alla solidarietà dei cittadini. Una famiglia dei Castelli Romani si è offerta di accoglierli. “Sono pronta ad andare ovunque – dice – pur di non dovermi prostituire di nuovo”. (fonte Ansa).