“Penso che Roma vada commissariata, nel senso che dobbiamo sospendere… Ci manca solo un’altra campagna elettorale in mezzo ai rifiuti e agli autobus fermi. Dobbiamo dare poteri straordinari a un commissario sostenuto da tutte le forze politiche che per almeno per il prossimo anno e mezzo incominci a mettere a posto le cose”. Così Carlo Calenda intervistato da Luigia Luciani e Stefano Molinari nel programma ‘Lavori in corso’ in onda su Radio Radio e Radio Radio TV.
E sulla sindaca dice: “Penso che sia disdicevole pensare di dare poteri e soldi alla Raggi con cui ho avuto a che fare per il Tavolo Roma, e che le dico la verità, è la persona più impreparata che ho incontrato in politica”.
“Poi, nessuno può accusare la Raggi di essere all’origine dei mali di Roma – ha aggiunto – ma li ha peggiorati, ed è lampante. Ma io mi rifiuto di dare i soldi alla Raggi, ci ho fatto il Tavolo Roma, e quando si presentava non si ricordava come era costruito il bilancio… Quel tavolo che nemmeno volevo fare, e l’ho fatto solo perché me lo avevano chiesto i sindacati perché la situazione era drammatica. Quando riunii tutte le aziende romane, saltai un Cdm molto importante per parteciparvi – ha concluso l’ex ministro – La Raggi non si presentò dicendo che era un incontro tecnico, mandò un assessore”.
Alla domanda se fosse interessato a diventare sindaco della Capitale, Calenda risponde con un no secco. “No. Il 22 novembre lancio un movimento politico che ha l’obiettivo di tirare fuori l’Italia seria, che lavora, studia e produce e non ne può più di questo spettacolo indecoroso”. Un movimento, ha aggiunto, “che lavori su tre priorità: sicurezza, scuola e sanità su cui la manovra non investe. Che metta insieme gente che questi problemi li ha affrontati, gestiti, non che ne chiacchiera, e provare a vedere se il Paese si mette in cammino. Altrimenti, ci avrò provato e sarò a posto con la mia coscienza”