Camorra: a Roma “comanda tutto lui”, smantellato il cartello Senese

28 arresti. Per gli inquirenti in uno dei gruppi faceva parte anche Fabrizio Piscitelli, l'ultras noto come "Diabolik"

L'operazione dei carabinieri

“Capo indiscusso della malavita romana”, “il capo di Roma”, “il boss della Camorra romana”, ma soprattutto, “Comanda tutto lui”. Piu’ di un semplice riconoscimento malavitoso quello che i boss della malavita romana attribuivano a Michele Senese, durante le loro conversazioni telefoniche intercettate dai carabinieri. Una sorta di boss dei boss che gestiva le fila di quello che gli investigatori hanno definito il “cartello Senese”.

Associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, lesioni personali gravissime, tentato omicidio, trasferimento fraudolento di valori, reati, per la maggior parte, aggravati dal metodo mafioso, sono i reati contestati dalla Procura distrettuale di Roma che, questa mattina, hanno portato all’arresto di 28 persone di cui 24 in carcere e 4 agli arresti domiciliari. Tra loro anche Senese, criminale di origine campana, operante ininterrottamente a Roma in varie attivita’ illecite, tra le quali, il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti, le estorsioni, i reati contro la persona.

Per gli inquirenti in uno dei gruppi che operavano sotto la sua ‘egida’ faceva parte anche Fabrizio Piscitelli, l’ultras noto come “Diabolik” (ucciso in un agguato a Roma nel 2019) “quale soggetto deputato alla commercializzazione della sostanza stupefacente”.

Gli arresti di oggi sono il frutto di una indagine relativa ad un periodo compreso tra gli anni 2011 e il 2015, una fase, cioe’, in cui il vertice del sodalizio capeggiato da Senese si stava riorganizzando nel proprio interno in seguito alla scarcerazione di alcuni dei principali esponenti del clan e di un periodo di breve liberta’ di cui ha potuto beneficiare lo stesso Senese prima dell’arresto per l’omicidio Carlino. Un cartello, quello costituito dal boss altro non e’ che una sovraordinata organizzazione di tipo consortile, in grado di condizionare le dinamiche criminali relative al traffico di sostanze stupefacenti in ampi settori della Capitale e, in particolare, di coordinare e controllare autonomi sodalizi tra i quali quello capeggiato da Domenico Di Giovanni e Ugo Di Giovanni, e quello diretto da Guido De Gregori (deceduto) e Davide De Gregori.

Attraverso le indagini sviluppate dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Roma, e’ stato documentato come il “Cartello Senese” si sia dotato di un modello organizzativo che “lascia ampi spazi di autonomia operativa – dicono gli inquirenti – agli altri gruppi criminali i quali compiono attivita’ delittuose solo apparentemente non riconducibili alla direzione strategica e alla volonta’ del capo supremo del sodalizio”. Una supremazia, quella di Senese, ampiamente riconosciuta dai boss di “secondo livello” cosi’ come ampiamente documentato dalle intercettazioni un cui viene definito “capo indiscusso della malavita romana” o anche “il capo di Roma” fino ad affermare chiaramente: “Comanda tutto lui”. Lui, Senese, intervenire per dirimere controversie con altri malavitosi, per ottenere autorizzazioni ad assumere iniziative di varia natura e che a lui facevano confluire pagamenti importanti.

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