Dopo le polemiche scatenate dalla cancellazione del corso di Paolo Nori su Dostoevskij all’Università Bicocca di Milano, l’ateneo ci ripensa e dice: “Il corso si farà, è stato un malinteso”
Lo scrittore di Parma ieri in un videomessaggio su Instagram aveva letto, quasi in lacrime, una “lettera ricevuta dall’università” nella quale veniva spiegato che “per evitare polemiche” il corso di quattro lezioni, che avrebbe dovuto tenere il prossimo mercoledì, era stato cancellato.
La vicenda ha scatenato sui social un fiume di reazioni a sostegno di Nori, e di sdegno verso una “censura” considerata estrema, se non “ridicola”. La pagina Facebook dell’ateneo milanese è stata subissata di messaggi di critiche, tanto da spingere la Bicocca a pubblicare propio sui social una smentita.
Nori nel 2021 ha pubblicato ‘Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij’. “Io penso che quello che sta accadendo in Ucraina sia una cosa orribile – ha detto nel video – e mi viene da piangere solo a pensarci. Ma quello che sta succedendo in Italia oggi, queste cose qua, sono cose ridicole: censurare un corso è ridicolo”.
“Non solo essere un russo vivente, oggi è una colpa, in Italia, anche essere un russo morto. Che quando (Dostoevskij, ndr) era vivo nel 1849 fu condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita”.
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“Non solo essere un russo vivente, oggi è una colpa, in Italia, anche essere un russo morto. Che quando (Dostoevskij, ndr) era vivo nel 1849 fu condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita”.