Non c’è pace per i cittadini romani sul fronte del caos rifiuti. Oltre al colpo d’occhio dei tantissimi sacchi abbandonati per strada, a causa di un’emergenza che è entrata nella quotidianità della Capitale, ora il problema si sposta sul piano olfattivo.
Già, perché le alte temperature di questi giorni stanno causando l’emissione di odori nauseabondi in tanti angoli della Capitale, sommersi da sporcizia ma anche da ventate mortifere che rendono impossibile tenere le finestre aperte.
Siamo a Lucio Sestio, cuore della Tuscolana a metà strada tra Don Bosco e il Parco degli Acquedotti. Nella sera del 21 giugno, appena si esce dalla metro e si percorrono i corridoi che portano all’uscita, si viene travolti da un forte olezzo. Ci si guarda attorno cercando di capire le ragioni, che vengono comprese solo quando si sale in superficie. L’odore dei rifiuti – spappolati dal sole e delle alte temperature – ha ricoperto il quartiere di un’aria insopportabile. Ventate nauseabonde accompagnano i passanti che – tra il disgustato e il rassegnato – camminano per raggiungere la propria abitazione o la metropolitana. Un mezzo di lavoro, accanto alla fermata della Metro A, rifà le strisce pedonali. L’odore di vernice, seppur tossico, paradossalmente dà un po’ di tregua all’olfatto.
Così, tra una polemica tra alcuni quotidiani e la sindaca, si perde di vista il cittadino, con i suoi disagi e i pericoli che incorre. Già, perché quello dei rifiuti non è solo un problema di decoro o una questione olfattiva. Come ha detto l’Ordine dei Medici di Roma il problema è anche sanitario, assumendo così le proporzioni di un’emergenza vera che non si può essere ignorata e sottovalutata.