I carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro e del comando provinciale di Roma e gli agenti della polizia locale di Roma Capitale hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Roma su richiesta del procuratore aggiunto Giovanni Conzo, nei confronti di 3 imprenditori accusati di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, il cosiddetto “Caporalato”.
In particolare, gli appostamenti degli investigatori hanno consentito di accertare che le 5 vittime – 4 cinesi e 1 cittadino del Bangladesh, di cui 3 uomini e 2 donne – lavoravano circa 12-14 ore al giorno (dalle 9 alle 24), senza fruire del riposi settimanali, ne’ di ferie, in locali insalubri ed angusti nella periferia romana di Tor Pignattara dove preparavano e consumavano anche i pasti, nonche’ in violazione della normativa di prevenzione degli infortuni sul lavoro in condizioni di sicurezza non ottimali in quanto per il mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per la protezione delle dita e degli occhi per la sono state riscontrate violazioni in materia prevenzionistica quali la mancanza dita formazione e informazione sui rischi, ma mancanza di sancata sottoposizione a visite mediche vigilanza sanitaria, la assenza mancata elaborazione del documento di valutazione dei rischi e la rimozione dalle macchine per cucire di sistemi di sicurezza, nonche’ il mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. A fronte di un tale impiego, i dipendenti erano pagati meno della meta’ di quanto loro dovuto, tenendo come riferimento la paga oraria prevista dal contratto collettivo nazionale e, i lavoratori “a nero”, senza alcuna tutela in caso di malattia o infortunio sul lavoro e senza il versamento dei contributi previdenziali. Nel corso delle perquisizioni e’ stata sequestrata documentazione utile al prosieguo delle indagini, nonche’ la somma contante di 88 mila euro e una banconota falsa da 100 euro.