La Caritas di Roma: a Roma sempre più poveri ma c’è speranza nel futuro

Presentato il rapporto Le città parallele, crescono le richieste di aiuto nei centri diocesani

Poveri che chiedono l’elemosina

Troppe disuguaglianze a livello territoriale, la povertà a Roma si annida soprattutto in periferia. Il reddito familiare medio delle famiglie residenti a Roma si attesta a 39.318 euro, ben al di sotto di quanto registrato nel Municipio II (60.836 euro), mentre nel Municipio VI la media del reddito familiare si attesta su un valore più basso del 31,4%. Lo afferma l’ultimo rapporto Caritas della Capitale “Le città parallele”. L’organismo caritativo della diocesi ha erogato nel 2022, non meno 11.800 interventi, per 25 mila persone, e si tratta per circa il 70% di aiuti alimentari. Insomma, i poveri sono sempre troppi.

Per Caritas, Roma continua a caratterizzarsi per le disuguaglianze in tre ambiti: territoriale, con i municipi del centro in evidenza rispetto alle periferie; generazionale, con le classi più anziane che percepiscono quote di reddito maggiori; di nazionalità, con i cittadini stranieri che presentano redditi di molto inferiori. 

La rete dei Servizi e dei Centri di Ascolto ha visto 11.714 iscritti nel sistema SIS-C (Sistema In- formatizzato Sociale della Caritas di Roma) nel corso del 2022, nel 2021 erano 11.223. L’aumento sostanziale è quello che riguarda le presenze dei cittadini ucraini (1.006 nel 2022 contro le 216 dell’anno precedente). Si stima, inoltre, che siano state oltre 25 mila le persone assistite durante questo arco temporale: tra nuovi e coloro già seguiti dai periodi precedenti. Tra gli 11.714, ben 3.617 si sono rivolti ai servizi della Caritas per la prima volta nel corso del 2022. Oltre agli ascolti diretti i servizi gestiscono richieste di aiuto attraverso ascolti telefonici e teleassistenza. Nel 2022 si stima siano state gestite circa 10.000 chiamate dai servizi diocesani e circa 7000 colloqui diretti.

Sono inoltre state assistite 411 persone a livello domiciliare nel contesto di quattro programmi: 257 persone con fragilità estrema (cosiddetto «barbonismo domestico»); 58 persone malate di Aids in cure domiciliari; 66 anziani soli; 30 anziani seguiti in teleassistenza.

La classe di età più rappresentata, tra i poveri, è quella dei “giovani-adulti” (35 – 49 anni) con il 34% delle presenze, seguita da quella degli adulti (50 – 64 anni) con il 30,8%, dai “giovani” (18-34 anni) 20% e dagli ultra-65 con 15,2%, in parti- colare il 2,8% sono gli iscritti con oltre 80 anni. Gli italiani, con 4.994 presenze (42,6% del tota- le), continuano ad essere la nazionalità maggiormente rappresentata ma quest’anno molto al di sotto della metà degli iscritti, seguiti dagli ucraini (1.006, 8,6%), dai romeni (967 e 8,3%), dai peruviani (6%) e nigeriani (3,7%). Complessivamente sono state accolte persone di 123 nazionalità differenti.

Il rapporto però dice anche che in questo scenario, la speranza resta viva. Le energie per sognare e avvicinarsi al sogno di una società finalmente più inclusiva, possibile solo se all’insegna della fraternità, ci sono. Le informazioni e i dati offerti dal Rapporto 2023 sintetizzano quella straordinaria e silen- ziosa testimonianza di ascolto e di relazione umana verso chi ha meno e si sente meno de- gli altri che nella Roma di tutti i giorni proviene dai tanti animatori della carità, in grandissima parte volontari che operano nelle comunità parrocchiali della Chiesa di Roma e nella rete di servizi di prossimità ai più fragili, promossa dalla Caritas diocesana lungo i suoi 44 anni di vita. Pensiamo a tante belle persone che se- guono altri percorsi di solidarietà e di vicinanza ai poveri, nella chiesa cattolica, in altre chiese, nel tessuto sociale e civile della città. L’ultima conferma ci proviene dalla risposta che Roma ha offerto, in termini di ospitalità e di solida- rietà, nel corso della pandemia da Covid -19 e, soprattutto, a tante donne e bambini e giovani provenienti dalla martoriata Ucraina

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