Prevedere una sorta di interdittiva antimafia (ovvero l’interdizione dall’esercizio di una attività o la sospensione o la revoca di una autorizzazione) per tutti coloro che hanno concorso nella realizzazione di abitazioni abusive: dai costruttori, alle piccole società di impiantistica, agli operai, fino agli elettricisti. Perché “le case abusive non si costruiscono da sole”.
L’ipotesi è stata avanzata ieri dal neo presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, che ne ha parlato in occasione dell’inizio delle procedure per l’abbattimento di 8 villette del clan dei Casamonica.
“Se decidi di infrangere la legge, sappi che non hai più mercato e verrai additato come qualcuno che si è tirato fuori dal consesso civile. Se lo facciamo in maniera legislativamente ordinata sarà interesse delle aziende evitare di contaminarsi”, ha ragionato Morra.
Riferendosi al blitz contro i Casamonica, il presidente dell’Antimafia ha detto che “si è trattato di una operazione avvenuta in una città amministrata dai Cinque Stelle ma qualunque fosse il colore politico sarei sempre ben contento di rappresentare lo Stato quando una amministrazione decide di far rispettare la legge sul proprio territorio. Anche perché in 24 ore non si costruiscono 250 metri di case sapientemente arredate, sono operazioni di anni; mi sembra difficile che nessuna istituzione locale abbia controllato. E oggi possono usarsi anche i droni per verificare se qualcuno ha realizzato qualcosa laddove la normativa non lo consentiva”.
Quindi l’auspicio di Morra, “e mi rivolgo a tutti i sindaci d’Italia, è di non fermarsi di fronte ad alcuna illegalità”, ha detto dopo aver fatto, con la sindaca della capitale Virginia Raggi cui ha tributato un forte plauso, un sopralluogo alle villette dei Casamonica.
“Si è dato un segnale inequivocabile: l’abusivismo non può essere tollerato. Il buongiorno si vede dal mattino. La sindaca ha ribadito che, nonostante le pratiche per l’abbattimento di questi edifici fossero in alcuni casi anche già concluse, nessuno procedeva”, ha ricordato Morra. Infine, rispondendo ad una domanda sull’abusivismo e i condoni: “lungi da me l’idea di voler accettare condoni, ma mi viene da sorridere all’idea che possa essere accusato di condono chi interviene dopo 30 anni di latitanza di governo del territorio”.