Sarebbero tre gli episodi in cui l’influencer, Chiara Ferragni, risulterebbe indagata per truffa. Da quanto è emerso nell’atto, con cui la procura di Milano aveva sollevato questioni alla Corte di Cassazione, sulla competenza territoriale dei singoli episodi contestati alla Ferragni. Il Pg della Suprema Corte, dovrà stabilire quali procure dovranno trattare, in base al luogo dove sarebbe stato commesso il reato, ogni singolo procedimento. L’inchiesta, condotta dalla guardia di Finanza, è partita da Cuneo in Piemonte dove ha la sede legale la Balocco. Al vaglio dell’inchiesta anche le posizioni degli amministratori delle aziende dove Chiara Ferragni aveva i contratti come testimonial.
La procura di Cuneo, la scorsa settimana, aveva ufficialmente chiesto ai colleghi di Milano gli atti del caso Chiara Ferragni sulla vendita solidale dei pandoro Balocco il cui ricavato doveva finanziare l’ospedale Regina Margherita di Torino e l’aggiunto Eugenio Fusco, come previsto, aveva aperto la ‘disputa’ sulla competenza territoriale affidando, come dispone l’articolo 54 bis del codice di procedura penale, la questione al procuratore generale della Corte di Cassazione. La ‘contesa’ tra procure sarà dunque risolta da un terzo, a cui l’aggiunto Fusco ha indirizzato una memoria.
Da quanto trapela, la procura meneghina sostiene che i fascicoli sull’imprenditrice digitale – pandoro, uova pasquali e bambola con le sembianze della Ferragni, tutte iniziative benefiche – devono essere tenuti insieme come in una presunta truffa ‘continuata’, mentre per i magistrati di Cuneo l’eventuale ingiusto profitto – requisito previsto per la qualificazione del reato di truffa – si è realizzato a Fossano, dove ha sede la Balocco.
Il pg della Cassazione deve decidere se la richiesta di tenere a sé il fascicolo di Cuneo è legittima oppure se lasciare i tre singoli episodi a Milano, insomma la ‘partita’ giudiziaria potrebbe chiudersi con un secco 3 a 0 di Milano, ma anche con uno ‘spezzatino’ tra procure competenti.
La questione territoriale potrebbe infatti riproporsi anche per Bari – per ora non si hanno segnali in questo senso – per le uova prodotte da Dolci Preziosi, dovrebbe invece ‘radicarsi’, senza troppi problemi, a Milano per le ‘mascotte’ della Ferragni. Inizialmente i due episodi erano stati iscritti per frode in commercio, ora invece il reato è diventato di truffa aggravata, come per il caso Balocco, per cui devono rispondere l’influencer e i legali rappresentanti, mentre le società non risultano indagate. Una volta stabilita la competenza territoriale, al pm designato verranno trasmessi “immediatamente” gli atti della procura ‘perdente’. Solo dopo aver risolto la questione legata alla competenza territoriale i pm titolari inizieranno a sentire i protagonisti del fascicolo, tra cui la stessa imprenditrice.
Intanto, in procura a Milano, non è arrivato nessun esposto sui biscotti Oreo che il Codacons aveva annunciato per far luce sulla capsule collection del 2020, sempre con Ferragniprotagonista, il cui ricavato era destinato per iniziative contro il Covid.