Quaranta anni fa, Emanuela Orlandi, la 15enne figlia di un commesso della Prefettura della Casa pontificia, scomparve in circostanze misteriose. Un giallo senza soluzione con il fratello Pietro che da allora non smette di bussare a tutte le porte possibili pur di avere una risposta. In questi 40 anni, infatti, si e’ assistito a una sequela di piste false e di inchieste giudiziarie aperte e concluse con un nulla di fatto, in un’alternanza quasi crudele di speranze e delusioni per la famiglia Orlandi. Nessuno sa che fine abbia fatto Emanuela, e chi lo sa non parla o non puo’ piu’ parlare.
Il Vaticano, che dallo scorso gennaio ha deciso di indagare per davvero su chiaro input di Papa Francesco, sta provando a rileggere la mole di atti, documenti, testimonianze raccolte in tutto questo arco di tempo. E anche la procura di Roma e’ tornata ad approfondire alcuni capitoli della vicenda. E il tutto si svolge, mentre in Parlamento si dibatte sull’opportunita’ o meno di istituire una commissione d’inchiesta, una ipotesi gia’ bocciata senza mezzi termini dal promotore vaticano, Alessandro Diddi, e dal procuratore Francesco Lo Voi.
L’Ufficio del Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano in merito alla vicenda di Emanuela Orlandi, oggi fa sapere che “ha proceduto all’esame del materiale confermando alcune piste di indagine meritevoli di ulteriore approfondimento e trasmettendo tutta la relativa documentazione, nelle scorse settimane, alla procura di Roma, perché questa possa prenderne visione e procedere nella direzione che ritiene più opportuna”. È quanto si legge in una nota. Il pg Vaticano Alessandro Diddi “proseguirà la sua attività in questo senso nei mesi a venire, vicino al dolore della famiglia di Emanuela e consapevole della sofferenza che si prova per la scomparsa di un congiunto”.
“Quaranta anni sono tanti. È un primo passo l’attività svolta dal Vaticano. Mi auguro che la documentazione fornita alla Procura di Roma sia rilevante e che il Vaticano continui a collaborare fattivamente con la Procura stessa. Sono tante le cose da chiarire, mia sorella merita verità e giustizia”. E’ quanto dichiara Pietro Orlandi dopo la dichiarazione dell’Ufficio del promotore di giustizia Vaticano sulla trasmissione alla Procura di Roma degli atti sulla scomparsa della sorella Emanuela.
“L’auspicio della famiglia è che il Santo Padre ricordi con parole di speranza la prossima domenica, durante l’Angelus, Emanuela. Sarebbe un gesto importante, di carità, in pieno spirito evangelico, che metterebbe fine a ogni polemica e rafforzerebbe la volontà di tutti nel cercare la verità”. Lo dichiara l’avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, nel quarantennale della scomparsa di Emanuela.