Caso Orlandi, Vaticano archivia procedimento cimitero Teutonico

Fratello, un piccolo passo in più

Il procedimento relativo alla presunta sepoltura in Vaticano, presso il cimitero Teutonico, dei resti di Emanuela Orlandi, è stato archiviato dal Giudice Unico dello Stato della Città del Vaticano, che ha integralmente accolto la richiesta dell’Ufficio del Promotore di Giustizia. Lo rende noto la sala stampa Vaticana. Il fascicolo era stato aperto nell’estate scorsa, dopo la denuncia dei familiari della giovane scomparsa nel 1983, a seguito della quale il Promotore di Giustizia, Gian Piero Milano, ed il suo aggiunto, Alessandro Diddi, avevano autorizzato l’accesso a due tombe ubicate all’interno del Cimitero Teutonico, poi risultate vuote.

In quel contesto istruttorio, un ulteriore accertamento disposto dai Magistrati aveva portato al rinvenimento, in un locale sotterraneo all’interno del complesso cimiteriale, di migliaia di frammenti ossei di diversa epoca ed origine.Le verifiche su tali reperti, effettuate dal prof. Giovanni Arcudi, Perito di Ufficio, alla presenza dei consulenti della famiglia Orlandi, hanno portato a concludere che i frammenti rinvenuti sono databili ad epoca anteriore alla scomparsa della povera Emanuela: i più recenti risalgono ad almeno cento anni fa.Di qui la richiesta di archiviazione, che chiude uno dei capitoli della triste vicenda, nella quale le Autorità vaticane hanno offerto, sin dall’inizio, la più ampia collaborazione.

In questo spirito, il provvedimento di archiviazione lascia alla famiglia Orlandi di procedere, privatamente, ad eventuali ulteriori accertamenti su alcuni frammenti già repertati e custoditi, in contenitori sigillati, presso la Gendarmeria.

“E’ un piccolo passo in piu'”. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la quindicenne scomparsa nel giugno del ’83, commenta così la possibilita’ – dopo il provvedimento di archiviazione del Vaticano sulla presunta sepoltura della ragazza nel cimitero teutonico – di procedere, privatamente, a eventuali ulteriori accertamenti su alcuni frammenti gia’ repertati e custoditi, in contenitori sigillati, presso la Gendarmeria. “E’ da luglio che chiedevamo come poter procedere su quelle ossa che per i nostri periti avevano bisogno di esami supplementari per essere datate in modo piu’ preciso”, continua Pietro. “Da gennaio ogni giorno ho presentato un’istanza per poter avere risposte a tutte le domande” inerenti alla scomparsa di Emanuela. “Una storia allucinante”, alla quale si attende ancora una risposta.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014