Caso Siri, interrogatori la prossima settimana

Dai pm prima Arata. Verifiche per scovare la presunta tangente, conti al setaccio

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Prima l’interrogatorio dell’imprenditore Paolo Arata, poi verrà fissato quello con il sottosegretario Armando Siri. La prossima settimana si annuncia come una settimana-chiave per l’indagine della Procura di Roma che è al lavoro su una ipotesi di corruzione per utilità “date o promesse” all’esponente della Lega in cambio della sua “sponsorizzazione” a provvedimenti in tema di mini-eolico. I pm di piazzale Clodio convocheranno, forse già nei primissimi giorni della prossima settimana, l’imprenditore di 69 anni a cui chiederanno, in primo luogo, della lunga intercettazione ambientale del settembre scorso in cui con il figlio tira in ballo Siri. Gli inquirenti parlano di una presunta mazzetta di 30 mila euro. E’ proprio intorno a questa somma di denaro che gli investigatori stanno svolgendo una serie di accertamenti per trovare conferme. In questo ambito proseguono gli accertamenti anche sulle centinaia di pagine e documenti acquisiti nel corso delle perquisizione svolte il 18 aprile scorso in appartamenti e uffici riconducibili ad Arata. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Mario Palazzi, analizzeranno i bilanci delle societa’ (Etenea Srl, Alquantara Srl, Solcare Srl amministrata dal figlio Franesco e Solgesta Srl amministrata dalla moglie Alessandra Rollino) dell’imprenditore ligure e i file presenti in una serie di pc acquisiti durante l’attività istruttoria. All’attenzione degli investigatori anche i telefoni di Arata oltre ai flussi bancari e dei conti correnti.

Entro la la fine della settimana, poi, avverrà il confronto tra magistrati e Siri.

Al momento non è ancora certo se si tratterà di un interrogatorio o di dichiarazioni spontanee. Gli inquirenti ascolteranno Siri in base agli elementi forniti da Arata, il cui interrogatorio potrebbe essere secretato. Per l’accusa Siri nella sua “duplice veste di senatore della Repubblica e sottosegretario alle Infrastrutture” nella “qualità di pubblico ufficiale” avrebbe asservito “le sue funzioni e i suoi poteri ad interessi privati”. Una azione, per i magistrati della Capitale, messa in atto “tra l’altro proponendo e concordando con gli organi apicali – si afferma nel decreto di perquisizione – dei ministeri competenti per materia (Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Ministero dello Sviluppo economico, Ministero dell’Ambiente) l’inserimento in provvedimenti normativi di competenza governativa di rango regolamentare (Decreto interministeriale in materia di incentivazione dell’energia elettrica da fonte rinnovabile) e di iniziativa governativa di rango legislativo (legge Mille proroghe, legge di Stabilita’, legge di Semplificazione) ovvero proponendo emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto ‘mini-eolico’”. Sul punto l’avvocato Fabio Pinelli, difensore di Siri, precisa che “gli emendamenti in discussione avevano come destinatari i produttori di energia da mini-eolico, il cui Consorzio e’ stato regolarmente accreditato al Mise”. Per il penalista, inoltre, “l’interesse pubblico si persegue attraverso scelte normative che possono riguardare sia la totalità dei cittadini che determinate categorie produttive.

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