Che fine ha fatto la stazione di Vigna Clara?

L’odissea che sta subendo una stazione che sarebbe dovuta essere operativa in occasione del Giubileo del 2015 e che è ancora chiusa

È una classica storia italiana – molto romana – quella della stazione Vigna Clara. Una storia che mette insieme burocrazia, difficoltà nel fare le grande infrastrutture, rimpalli della politica e il potere di veto dei residenti nella creazione di opere utili alla città.

Ma andiamo per ordine. Mondiali nel 1990 a Roma. Per circa 100miliardi delle vecchie lire, nasce la stazione di Vigna Clara, nel quadrante nord-ovest della città, ma rimane attiva per poco più di una settimana. Nel 2015 (si noti i tempi biblici della città) si lavora ad una riattivazione della stazione in occasione del Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco. Nonostante fosse tutto pronto – binari, sistema elettrico etc. – un ricorso al Tar del Lazio di alcuni residenti blocca l’apertura, prolungando il contenzioso fino al 2019 in cui si stabilisce – in sintesi – che RFI con è tenuta ad accogliere il contraddittorio dei residenti nelle “prove sperimentali”. La storia si conclude qui? Nemmeno per sogno. Grazie a un cavillo, i residenti riescono a sollevare un dubbio sulle competenze nazionali o regionali dell’intervento sulla stazione. L’esigenza di verificare questo punto viene accolta dalla Regione Lazio, e a inizio 2021 – di fatto – il procedimento si blocca di nuovo. Sullo sfondo anche uno scontro tra il Comune di Roma guidato dalla pentastellata Virginia Raggi e la regione a guida PD di Nicola Zingaretti.

“Da febbraio la Regione Lazio ha sospeso l’iter per l’apertura della stazione di Vigna Clara Fs. Da allora tutto tace. Un’attesa ingiustificabile per chi da anni attende che questa fermata possa tornare in servizio – ha dichiarato l’assessore alla mobilità di Roma Capitale Pietro Calabrese – i romani non devono essere ostaggio di cavilli, burocrazia e lungaggini- spiega- Stavolta a causare lo stop sono bastate le osservazioni di un singolo cittadino. Tanto e’ servito a bloccare un percorso già indicato dal TAR. La sospensione della Regione e’ inaccettabile per chi vuole una mobilita’ più ecologica e sostenibile. Il risultato e’ sotto gli occhi di tutti: una stazione pronta, ma ancora fuori uso dopo anni di attesa”.

Lapidario anche il commento del comitato Metro X Roma, da anni in prima fila per promuovere lo sviluppo ‘su ferro’ della mobilità capitolina.

“A distanza di più di 5 anni dalla fine dei lavori, a distanza di più di 30 anni da quando l’ultimo treno ha raggiunto Vigna Clara, ci troviamo ancora qui a discutere del procedimento amministrativo più corretto per riattivare la linea. Anche se il procedimento corretto è stato addirittura definito da un tribunale amministrativo – spiega il comitato – le sfortunate vicende legate alla realizzazione di quest’opera ci insegnano moltissimo su quanto sia difficile, in Italia, il riutilizzo dell’esistente ed il recupero di infrastrutture parzialmente realizzate, come la ferrovia Valle Aurelia-Vigna Clara, ma anche la tranvia del viadotto dei presidenti (Saxa Rubra-Laurentina). Come del resto rimangono di difficile attuazione, per mera sovrapposizione di competenze, interventi di potenziamento e riuso come la trasformazione della Roma-Lido in metropolitana Linea E

Cosa fare quindi a livello ‘di sistema’?

“Risulta necessaria la definizione di specifiche procedure, da parte del legislatore, Statale o Regionale per competenza, ai fini dell’attivazione e il completamento delle opere incompiute – conclude – come una specifica normativa in materia di conversione di infrastrutture esistenti, che possano semplificare il potenziamento delle reti, troppo spesso abbandonate all’inerzia”.

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