Il dibattito sul DDL Zan ha acceso un faro sulla necessità – o meno – di adottare “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”, parafrasando il testo del disegno di legge del parlamentare dem. Un faro che ogni anno – sotto forma di colori, musica e dibattiti – a Roma viene acceso dal Pride, la parata e gli eventi che a giugno celebrano l’orgoglio LGBT in tutte le città del mondo. A causa dell’emergenza covid, nel 2020 la tradizionale parata cittadina è stata comprensibilmente annullata, ma cosa accadrà nel 2020?
Visto che il premier Mario Draghi ha dato via libera a tre partite di calcio degli Europei che, a giugno, porteranno allo stadio Olimpico circa 17mila spettatori a partita, è davvero impensabile che qualche migliaio di persone possano sfilare in città per una parata sui diritti civili?
Radiocolonna lo ha chiesto a una fonte ben informata del mondo LGBT della capitale, il quale ha confermato che l’organizzazione dell’affollatissima parata che fino al 2019 ha affollato le strade di Roma difficilmente verrà concessa. Tuttavia, dice, è probabile che verranno organizzati eventi alternativi, con un impatto meno dirompente sul fronte degli assembramenti. Insomma, pare che anche quest’anno attivisti e sostenitori della causa LGBT debbano rinunciare a un evento ormai celebre e partecipatissimo, ma con la curiosità e la speranza di vedere in cosa consisteranno questi eventi “alternativi”.