Se i tempi di attesa per la cremazione delle salme a Roma si sono notevolmente ridotti, restano inspiegabilmente lunghi, fino a oltre due mesi, quelli per tumulare le ceneri. A dirlo sono due associazioni di onoranze funebri che hanno sede nella Capitale. È vero, “i tempi di attesa per le cremazioni delle salme a Roma si sono notevolmente ridotti passando da mesi a una decina di giorni”, dice all’agenzia Nova Marco Mazzeo, presidente dell’associazione romana di cremazione (Arc).
Mazzeo conferma in buona sostanza quando sostenuto dall’assessora all’Ambiente di Roma, Sabrina Alfonsi. “Il problema, però – continua – non è il numero di impianti, quanto dovuto alle lungaggini amministrative. Servono tra gli 8 e i 10 giorni lavorati per essere autorizzati dal comune di Roma alla cremazione e non ci si spiega perché dato che in tutti gli altri comuni, l’autorizzazione viene rilasciata nell’arco delle 48 ore”.
Ma una volta cremata la salma, il problema non è risolto. Prima di metterci una pietra sopra “serve una ulteriore autorizzazione comunale per poter tumulare l’urna. Per questo tipo di autorizzazione si può attendere anche due mesi”. In pratica ad oggi, chi ha cremato la salma di un proprio caro a maggio “ancora non ha potuto tumulare l’urna – dichiara Cristina Zega, presidente regionale per il Lazio di Federcofit -. Al momento – continua – stiamo aspettando le pratiche dell’11 maggio. Questo perché la tumulazione dell’urna è considerata una ‘pratica non urgente’ in quanto manca l’emergenza sanitaria che invece, viene riconosciuta nel caso della tumulazione della salma. Per tutto questo tempo le ceneri devono essere affidate in custodia al cimitero Flaminio. La famiglia che ha perso il proprio caro, quindi, deve aspettare oltre 60 giorni per poter mettere una lapide alla tomba. E non ci spieghiamo perché – continua Zega – dato che altri comuni rilasciano contestualmente l’autorizzazione alla cremazione e alla tumulazione. Eppure prima del Covid in dieci giorni si otteneva l’autorizzazione a cremare la salma e a tumulare le ceneri”.