Un Clochard e’ stato trovato morto stamattina intorno alle 9 nei Giardini della Casa del Pellegrino, nel complesso del Santuario della Madonna del Divino Amore all’estrema periferia di Roma. L’uomo, circa 50 anni e di origine africana, senza fissa dimora era privo di documenti. Sono intervenuti i Carabinieri di Pomezia e non hanno riscontrato alcun segno di violenza sul corpo. Avrebbe passato la notte all’aperto bevendo alcolici. A causarne la morte, forse per arresto cardiaco, con ogni probabilita’ il forte freddo. La salma e’ stata messa a disposizione per eventuali controlli dall’autorita’ giudiziaria.
E’ il quarto clochard morto per freddo e stenti negli ultimi giorni a Roma e il nono dall’inizio dell’anno.
“Siamo di fronte ad una strage causata dal drastico abbassamento delle temperature e da risposte di accoglienza ancora largamente insufficienti. In pochi mesi sono notevolmente cresciuti i posti letto per i senza dimora nella Capitale preposti dal Comune ma servono soluzioni strutturali e di lungo periodo. Intanto pero’ serve fare il possibile per fermare questa strage. Torniamo a chiedere all’Assessora al Sociale Barbara Funari di aprire immediatamente le stazioni della metropolitana, allestire delle tensostrutture riscaldate o altri straordinari interventi per evitare altre morti”, commenta l’associazione Nonna Roma.
Un censimento della marginalita’ sociale e’ complesso, non sempre riesce a essere puntuale, l’associazione Nonna Roma su dati Istat stima che nella Capitale vivano quasi 8mila clochard. Oltre il 60% di queste persone e’ di nazionalita’ straniera, si sono trovate a vivere in strada quasi tutte da sole, senza famiglia o affetti. La Federazione italiana Organismi per le persone senza dimora prova a fare un lavoro puntuale di raccolta dati: a Roma nel 2021 sono state trovate morte 34 persone senza casa, un numero in crescita rispetto alle 23 del 2020. In tutta Italia finora il censimento conta 68 decessi nel 2022, 246 nel 2021 e 208 nel 2020. A inizio anno il Campidoglio aveva ipotizzato di realizzare delle tensostrutture riscaldate e dotate di bagni per fornire un riparo ai senza casa che fosse piu’ dignitoso dei corridoi delle stazioni della metropolitana, che vengono aperte nei giorni piu’ duri dell’emergenza freddo. Era stata avviata la ricerca di alcune location ma l’operazione non si e’ ancora conclusa. Per ora ci sono i posti letto del Piano freddo, tra strutture comunali e associazioni solidaristiche.
Molti senza casa gravitano nell’area della stazione Termini, dove sono presenti da decenni l’ostello Caritas e la mensa in via Marsala. Oppure nell’area del Colle Oppio, vicino al Colosseo, dove e’ attiva un’altra mensa della Caritas. Nell’area di Trastevere e’ attiva la Comunita’ di Sant’Egidio con i suoi servizi. In citta’ sono attivi diversi empori sociali e servizi del banco alimentare. L’utenza e’ in aumento, perche’ la pandemia di Covid ha accelerato lo scivolamento verso la poverta’ di una fetta della popolazione. Nella zona di Termini da questo inverno va avanti una disputa tra le associazioni di solidarieta’ che si occupano di assistenza ai senza dimora, fornendo pasti caldi, coperte e servizi sanitari, e Grandi stazioni, la societa’ che gestisce i servizi nei principali scali ferroviari. Alcuni volontari delle associazioni sostengono che i servizi di vigilanza notturna non consentano di distribuire il cibo per questioni di decoro. Altri operatori parlano di acqua gelata che sarebbe stata gettata in terra di fronte all’ingresso della stazione per non far sdraiare chi vuole dormire nell’area. Nelle scorse settimane e’ stata organizzata anche una manifestazione di solidarieta’. Dopo l’ennesimo decesso l’associazione Nonna Roma commenta: “Chiediamo all’assessora al Sociale, Barbara Funari, di valutare di aprire immediatamente le stazioni della metropolitana, allestire delle tensostrutture riscaldate o altri straordinari interventi per evitare altre morti. In questo inverno sono aumentati i posti letto preposti dal Comune ma e’ sempre piu’ evidente la necessita’ di un modello di accoglienza permanente e strutturato che modifichi l’approccio emergenziale degli interventi istituzionali sui senza dimora”.