Con l’emergenza Coronavirus, Roma – come tante altre città del mondo – ha anche la necessità di rivedere il proprio sistema di traporto pubblico.
Una necessità che deriva dall’esigenza di distanziare i passeggeri attraverso l’acquisizione di nuovi mezzi, come ad esempio i bus turistici.
Ma non è la prima volta che Roma si trova a fronteggiare un’emergenza trasporti per cause di forza maggiore, come una guerra ieri e come una pandemia oggi.
Nel giugno del 1940 l’Italia decise di entrare in guerra al fianco della Germania. Come racconta Tramroma, per il mondo dei trasporti fu una rivoluzione: l’aumento del costo dei carburanti rese difficoltoso l’approvvigionamento, molte linee vennero sospese, altre fortemente limitate e fu esteso l’esercizio filoviario.
Ma furono soprattutto le esigenze belliche che stravolsero il quadro della mobilità, visto che gran parte del personale fu chiamato alle armi e tante vetture – compresi i torpedoni turistici, al centro anche oggi del dibattito pubblico – furono requisiti e convertiti in automezzi al servizio dell’esercito.
L’ATAG – antesignana dell’ATAC – decise così di ricorrere al noleggio di vetture della SITA e di Angelo Zarattini, con rispettivi conducenti, per servire linee cittadine o extraurbane, come la Roma-Tivoli.