Conclave, ancora non c’è. Da rilanciare le riforme di Francesco

Un quadro un po’ più caro non lo si avrà prima di domani sera, dopo il primo scrutinio. I bergogliani non avrebbero i numeri per far passare un loro candidato

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E’ ancora tutto il ballo, e probabilmente lo sarà almeno fino a domani sera, mercoledì. In Conclave ancora non è emerso un nome forte per il successore di Papa Francesco. In Sistina saranno 133 a scegliere il nuovo Pontefice, che dovrà decidere se continuare sulla linea di Bergoglio o cambiare direzione.

Zuppi e Greco tra i ‘riformatori’

Al momento, la pattuglia dei ‘francescani’ risente dell’influenza che la Comunità di Sant’Egiodio ha acquisito nel clero romano. Il candidato per eccellenza del movimento di Santa Maria in Trastevere è il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, che però per non pochi in Conclave avrebbe il compito di continuare le riforme di Francesco. Anche perché le riforme bergogliane in parte si sono arenate. Ad esempio, il diaconato alle donne non è passato; le aperture nei confronti degli omosessuali sono state parziali; le riforme economiche si sono azzoppate se è vero che c’è un pesante deficit e che, come dicono i dipendenti vaticani, in questi anni sono fiorite nuove direzioni e consulenti esterni. Una forma di mediazione potrebbe essere Mario Greco, uomo del Sinodo, moderato e conosciuto dal resto del collegio cardinalizio. Il fatto è che il Sinodo non ha portato grandi risultati.

Che fine ha fatto Parolin?

E il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano? Al momento sembra fermo su non più di 50 voti, non sufficienti per essere eletto e difficilmente incrementabili. A Parolin viene rimproverato di aver fatto un accordo ‘troppo comodo’ con la Cina a favore di Pechino, e di aver fatto perdere potere alla Segretaria di Stato soprattutto quando si parla di questioni economiche.

I ‘conservatori’ e i candidati di mediazione

I ‘conservatori’, considerato che il cardinale africano Robert Sarah è considerato troppo oltranzista, potrebbero puntare su favore di nomi di compromesso come il Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, vicino a Cl; il cardinale di Budapest, Peter Erdo, già papabile nel precedente Conclave; quello di Colombo, Albert Malcom Ranjit; o lo svedese Anders Arborelius. Outsider potrebbero essere il cardinale spagnolo  Ángel Fernández Artime, già pro-prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica, e il francese Jean Marc Aveline.

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