Oltre cinque milioni è il danno diretto causato alle imprese artigiane e commerciali per il blocco dei veicoli diesel di oggi nella cosiddetta “fascia verde”, per circa 50mila mezzi interessati dal provvedimento. Sono i dati di Confartigianato Roma.
“Il parco macchine di chi ha attività di servizi di vario genere – si legga in una nota di Confartigianato Roma – è composto per la stragrande maggioranza proprio da furgoncini motori diesel Euro 3, o comunque rientranti nella categoria di quelli bloccati dall’ordinanza della sindaca Raggi. Furgoni fermi significa aziende che non lavorano e per avere ancora un’idea basandosi su numeri, vuol dire una stima di circa 30 mila aziende per circa 50 mila dipendenti che non hanno potuto svolgere il loro lavoro quotidiano o si sono comunque dovuti organizzare in altro modo. Al danno diretto, peraltro, deve aggiungersi quello indiretto che è inquantificabile perché determinato dai mancati incassi di tutte le imprese. Serviva un idraulico? Un fabbro? La consegna di un pacco? Rimandato o quantomeno rallentato perché senza furgoni che circolano”.
“Siamo all’assurdo – sostiene Antonio Fainella, direttore Confartigianato Roma – bloccare il traffico di martedì, senza un minimo preavviso è una scelta figlia di una politica che continua ad essere emergenziale e non strategica”. Con una battuta Fainella prova a riassumere lo stato d’animo dei piccoli imprenditori: “Ci dica il Campidoglio se saremo costretti a fare la danza della pioggia”.
Dunque, le soluzioni? “Bisogna progettare di cambiare il parco veicolare dando degli incentivi alle aziende se questo deve essere il futuro – risponde il direttore di Confartigianato – si incontrino Comune e Regione per trovare delle risposte concrete al problema dell’inquinamento invece di bloccare l’economia della città”.