Il ministro Luigi Di Maio ‘non parteciperà all’incontro di Cavriago in programma questa mattina per impegni istituzionali. L’incontro sarà comunque presieduto dal ministro Alfonso Bonafede’. Lo rendono noto fonti M5s. È rimandata anche la riunione con gli attivisti in programma per questa sera a Bologna.
Sulla stessa linea il ministro Salvini: dopo le due tappe di ieri ‘dell’Estate italiana tour’, ha annullato anche quelle in programma per oggi in Abruzzo. Il vicepremier e ministro dell’Interno ha cancellato sia il comizio a Fossacesia Marina alle 10 sia quello si San Salvo Marina alle 17. Resta invece confermato al momento l’appuntamento di stasera alle 21.30 a Pescara.
Anche la conferenza stampa del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, fissata per oggi alle ore 11 a Palazzo Chigi, è rinviata a data da destinarsi.
Oggi è possibile che ci sia un incontro tra i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Nella maggioranza la tensione è alle stelle dopo lo stop alla mozione dei cinquestelle contro la Tav. A Palazzo Chigi si è tenuto un colloquio tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini. Ora è atteso il comizio del vicepremier a Sabaudia.
Nel colloquio con il premier Conte il leader leghista, secondo quanto viene riferito, avrebbe posto le proprie condizione per andare avanti:una rivoluzione nel governo, con nomi nuovi e un “contratto” rivisto e corretto in salsa leghista, o è meglio finirla qui, subito. E non arrischiarsi neanche ad avviare un’impresa impervia come quella di scrivere, da separati in casa, la prossima manovra.
Fonti leghiste descrivono “lungo, pacato e cordiale” il colloquio ma altri lo raccontano come assai teso. Mentre Luigi Di Maio vede i suoi da fuori, giungono le voci più disparate, come quella – alimentata da qualche parlamentare leghista – che ipotizza le urne il 6 o il 13 ottobre. Ma in casa M5s, dove le ansie crescono con il passare delle ore, è a un rimpasto che ci si prepara.
E’ questa la voce che gira per tutto il giorno nei palazzi del potere: che il leader della Lega punti alla sostituzione del ministro alle Infrastrutture, bocciato in Aula dal sì alla Tav, Danilo Toninelli. Si sussurra che possa chiedere lo scalpo anche di Giulia Grillo, Elisabetta Trenta e Sergio Costa. Ma è a qualcosa di più che sembra puntare il ministro dell’Interno: un cambio radicale nel governo.
Secondo alcune fonti, chiederebbe anche di sostituire il ministro Giovanni Tria, che si è mostrato troppo sensibile alle ragioni delle regole di bilancio Ue. “Magari”, commenta una fonte M5s: se un leghista andasse al ministero dell’Economia dovrebbe ‘accollarsi’ una manovra comunque difficilissima.
La giornata è stata segnata dalla bocciatura della mozione dei Cinquestelle No Tav, passano tutte le altre mozioni a favore dell’opera: il Senato ha approvato quella del Pd con 180 sì, 109 contrari e un astenuto. La mozione Bonino ha ottenuto 181 sì, 107 no e un astenuto. Quella di FdI è passata con 181 sì, 109 no e un astenuto. Infine quella di FI ha preso un voto in più ottenendo 182 voti favorevoli, 109 no e 2 astenuti. Il ministro Toninelli all’ANSA: ‘Ho votato No, avanti sereno’.
La mozione del M5s contraria alla Tav è stata bocciata dal Senato con 181 no, mentre i voti favorevoli sono stati 110.
Governo diviso su Tav in Senato, la maggioranza si spacca